Page 321 - Carte Segrete dell'Intelligence Italiana il S.I.M. in archivi stranieri
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5. L’attività informativa in Medio Oriente
I Servizi italiani furono molto attivi nel Levante oltre alla Libia. L’Italia
era interessata a quello che avveniva nel Mediterraneo orientale, molto attenta
alle mosse francesi nelle zone sotto mandato. Aveva sempre tenuto una poli-
tica d’immagine e d’infiltrazione dell’ideologia fascista in Siria e Libano, con
una attiva propaganda. Quella zona era anche di grande valenza al fine del 151 AUSMM b. 3289,
151
mantenimento degli equilibri strategico-militari nel Mediterraneo in vista di f. 1, bozza di rap-
porto del Sottose-
un conflitto annunciato e vicino. gretario della Ma-
rina, segreto, sen-
In Iraq vi erano numerose figure di agenti che cercavano informazioni mi- za data, probabil-
litari per conto del S.I.M. Un impiegato della Swiss Chemical Firm, localizzata mente dell’inizio
del 1937.
vicino Ginevra, Marco Scarpellini, era costantemente seguito nei suoi viaggi in
Medio Oriente soprattutto dai francesi che lo ritenevano un agente al soldo 152 SHD, SHAT, 7N,
152
italiano in cerca di informazioni sulla forza delle truppe alleate. Usava una 2021.
macchina con targa svizzera ben nota ai Servizi francesi. 153 153 NAUK, KV3/317.
Secondo notizie inglesi, presso l’ambasciata italiana a Baghdad vi era un
elemento che cercava informazioni sulle raffinerie e sui lavori della Iraq Petro-
leum Company sia sul territorio che nei terminali mediterranei: in particolare
venivano richieste mappe dettagliate e piani industriali. Nel quadro di una
guerra futura era chiaro che tali informazioni potevano servire ad eventuali
bombardamenti in partenza da Rodi e soprattutto da Lero. Il Servizio inglese
era riuscito ad avere il testo di un questionario che il S.I.M. aveva inviato al suo
elemento a Baghdad, dove era stato costituito un piccolo Centro, e che confer-
mava l’interesse italiano per i campi petroliferi e le loro infrastrutture. Aveva-
no notato che presso la legazione italiana a Baghdad era stato assunto come
impiegato un certo David Dayekh, un caldeo originario di Mossul, naturaliz-
zato italiano, proveniente dall’Egitto. Ufficialmente svolgeva mansioni d’in-
terprete. Aveva attirato l’attenzione degli inglesi chiedendo l’autorizzazione
a visitare i pozzi di petrolio di Kirkuk: non gli venne concessa. Così ne chiese
una seconda sotto falso nome, ma non riuscì ad ingannare le autorità che non
solo gliela negarono ma divennero ancor più sospettose nei suoi confronti.
Aveva contatti con personaggi iracheni di alto livello, noti per essere agenti
dell’ambasciata tedesca… i documenti non rivelano altro. Il nesso interessante
è la richiesta da parte del S.I.M. delle notizie sui pozzi petroliferi e la conse-
guente richiesta dell’interprete dell’Ambasciata di visitare quelle zone senza
indicarne il motivo, come avrebbe dovuto fare. Gli Italiani rivolgevano grande
interesse anche alla ferrovia irachena, ai tracciati e alle frequenze dei treni,
alle possibilità di un eventuale allungamento della rete e in quale direzione.
Era noto che la rete ferroviaria Berlino-Baghadad, costruita dai tedeschi prima
della prima guerra mondiale, aveva sempre trasportato truppe non solo ira-
chene.
Anche in Palestina la Polizia inglese vi monitorava la presenza italiana, es-
sendo ormai risaputo che il governo fascista appoggiava la rivolta palestinese
Il s.I.M. per l’estero e all’estero 321