Page 325 - Carte Segrete dell'Intelligence Italiana il S.I.M. in archivi stranieri
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anche ai movimenti di un certo capitano Yaragua che amava farsi passare per
francese e ispettore di una Compagnia di Assicurazioni ma faceva visita ai
sub-agenti per raccogliere informazioni. Erano stati notati anche due ufficiali
italiani, esperti fotografi, che giravano nell’area mediterranea ed erano amici 158 NAUK, KV3/317,
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di molti arabi: ufficialmente erano in campagna fotografica, ma erano degni 1 novembre 1937.
Uno era il capitano
di tutti i sospetti possibili, anche per il moderno e costoso equipaggiamento Bianchi; dell’altro
non si compren-
fotografico che avevano con loro. de il cognome per-
Documenti trovati dal S.I.S. inglese a Tripoli e interrogatori di prigionieri ché parzialmen-
te oscurato da un
italiani confermarono le loro conoscenze circa gli sforzi dei vertici militari nei timbro.
confronti del Medio Oriente: la politica araba del fascismo era stata in pieno 159 Cfr. Renzo De Fe-
159
lice, Il fascismo e
sviluppo, in modo generale e crescente dal 1936 in poi e l’attività di spionaggio l’oriente. Arabi, ebrei
e controspionaggio crebbe parallelamente. Il S.I.M. aveva deciso di costituire e gli indiani nella po-
litica di Mussolini,
un ‘reparto’ arabi in più compagnie, con un Centro ‘A’ (arabi); un Centro ‘T’ Bologna, 1988, p.
(tunisini), con dei nuclei da affiancare composti da italiani reduci dall’Egitto, 15-123; AUSSME,
Comando Supre-
dalla Siria, dalla Palestina e dall’Iraq. Vi fu persino una cerimonia di giuramen- mo, D.S. b. 1397,
memoria 1473/
to e la consegna di una bandiera di combattimento per le ‘formazioni militari C.S. 30 aprile 1942
e b. 1398, 21 mag-
arabe’. Fu anche costituito un Centro ‘I’ per indiani, che fossero già orientati gio 1942. V. anche
favorevolmente verso l’Italia. Nessuno però di questi reparti fu poi effettiva- M. G. Pasqualini,
Carte Segrete…, cit.
mente utilizzato, nonostante l’addestramento ricevuto. vol. II, p. 217-218.
La programmazione dei Centri e dell’addestramento divennero però noti ai
servizi inglesi, quando fecero prigioniero a Tripoli di Libia un membro italiano
del Centro Militare ‘A’. Fu nella circostanza riferito che in Italia era stato co- 160 NAUK, KV3/318,
160
stituito un C.M.A., Centro Militare ‘A’ (Arabia); un C.M.T., ovvero Centro Mili- 6 giugno 1943.
tare ‘T’ (Tunisia), che nel 1943 era divenuto Battaglione d’Assalto ‘T’: i membri
di quel Centro erano stati poi usati come elementi di altre unità guerreggianti
composte da tunisini volontari, unità organizzate ancora nella fase iniziale del
conflitto. Esisteva un ‘Centro Militare Mufti Scorta’ C.M.M.S., che in realtà 161 Cfr. Filippo Cap-
161
era il reggimento del Gran Muftì, e un Centro Militare ‘I’ (India). pellano, I battaglio-
ni volontari tunisini
Chi aveva fornito queste informazioni aveva altresì aggiunto che era stato 1942-1943 in “Rivi-
sta militare”, no-
integrato nel Centro ‘A’, nel luglio 1942, insieme ad altri giovani che arriva- vembre-dicembre
vano dall’estero e che già avevano fatto servizio nelle forze armate italiane o 2005, p. 95-107.
erano membri delle scuole della G.I.L.E., (Gioventù Italiana Littorio Estero);
potevano essere anche prigionieri di guerra arabi e indiani, che avevano accet-
tato la proposta di far parte di quei Centri ed erano stati liberati come premio.
Tutti questi elementi erano stati reclutati non certo per combattere ma per es-
sere utili nell’attività informativa.
Naturalmente gli arabi prigionieri, che avevano combattuto con gli inglesi
e con i francesi, venivano sottoposti a un forte brain washing propagandistico
dell’Asse. Era noto agli inglesi che nell’aprile 1942 esisteva a Roma, a Villa
Giustiniana, sulla Via Cassia subito fuori Roma, una specie di ‘campo’ dove
risiedeva una sessantina di giovani arabi, selezionati tra i prigionieri di guerra,
che provenivano da Siria, Palestina, Egitto, Tunisia e Libia. Erano inseriti nel
Il s.I.M. per l’estero e all’estero 325