Page 327 - Carte Segrete dell'Intelligence Italiana il S.I.M. in archivi stranieri
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no, riferì che era stato designato per condurre una spedizione fino alla catena
                     montuosa del Tibesti, la più alta del Sahara e di origine vulcanica, avvalendosi
                     di elementi di questo battaglione; doveva far saltare i depositi di munizioni,
                     prendere prigionieri e capire quale potesse essere la forza dei nemici presen-
                     te. L’ufficiale si rifiutò di compiere la missione dicendo che il personale del
                     C.M.A. a lui assegnato non aveva alcuna conoscenza relativa all’attraversa-
                     mento del deserto e all’individuazione delle tracce, per cui  considerava il loro
                     addestramento inadeguato. Su suo suggerimento l’unità era stata allora invia-
                     ta in una guarnigione per un addestramento specialistico intensivo che inclu-
                     deva la guida nel Sahara, la lettura delle mappe, l’uso di radio trasmittenti e il
                     sabotaggio.
                        La fonte che stava dando tutti questi dettagli, sostenne che in realtà i Centri
                     erano simili a quelli inglesi dove venivano addestrati i commando per mis-
                     sioni speciali. L’organizzatore della spedizione era il maggiore Antonio Nani,
                     Capo del Centro informativo di Homs che era incaricato dello spionaggio in
                     Tunisia e Siria. La spedizione avrebbe dovuto aver luogo nel dicembre 1942,
                     ma in realtà non fu mai realizzata a causa del rapido ripiegamento delle truppe
                     dell’Asse verso occidente. Nani era arrivato a Tunisi nel novembre 1942, come
                     collaboratore di Revetria e aveva subito reclutato collaboratori nella colonia
                     italiana. Aveva organizzato un Centro Radio Intercettazione, condiviso con la
                     5^ Armata tedesca in una villa dell’area di Montfleury, che con ventuno posti
                     di ascolto permetteva allo spionaggio italiano di seguire i movimenti del nemi-
                     co, di individuare gli obiettivi indicati dalla Royal Air Force, di essere al corren-
                     te delle richieste di rinforzo delle unità britanniche al fronte.
                        La ‘Casa degli Italiani’ a Port Said era considerata uno dei centri dell’in-
                     telligence italiana,  insieme all’Ufficio Turistico Riunione Adriatica che ave-  162   NAUK,  KV3/317,
                                       162
                     va sede anche a Alessandria, a Suez e in altri piccoli luoghi di quel distretto.   13 agosto 1937.
                     Questo Ufficio era in realtà la compagnia di navigazione Lloyd Triestino che in
                     Aden era rappresentata dalla Società Coloniale Italiana, centro nevralgico per
                     gli agenti e per l’afflusso di rapporti da inviare a Roma.
                        Negli archivi altre notizie dettagliate specifiche su centri minori del Medio
                     Oriente sono sempre inserite insieme a quelle sulla Turchia e sul Possedimento
                     dell’Egeo da dove arrivavano le istruzioni e gli agenti che dovevano compiere
                     missioni conoscitive. Era una rete molto estesa ma connessa strettamente con
                     Ankara, con Malta e con Gibilterra: almeno questo si rileva dai documenti in-
                     glesi sull’intelligence italiana nel Mediterraneo.


















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