Page 328 - Carte Segrete dell'Intelligence Italiana il S.I.M. in archivi stranieri
P. 328
Hadj Amini El Husseini, Gran Muftì di Gerusalemme
163
163 NARA, RG 263, Amini El Hussein, attivo dalla fine del conflitto mondiale per la causa
Records of the
CIA, NN3263-02- palestinese, è sicuramente una delle più controverse e note figure di leader
-008, 30 ottobre arabo. Non era sovrano di alcuna terra, non aveva esercito, esiliato, sempre in
1943. Documen-
ti resi disponibili fuga da una nazione all’altra, sopravvisse benissimo per la sua notevole abilità
in base al Nazi War
Crimes disclosure di mettere gli inglesi contro i francesi, questi contro gli americani e gli inglesi e
Act 2008. In alcuni utilizzando fascisti e nazisti per armi e denaro.
documenti la tra-
slitterazione del Divenne Muftì di Gerusalemme alla morte prematura del fratello, nel 1921,
suo nome è: Hu-
sayn. Hadj perché che deteneva quella carica. Il titolo di ‘Gran’ non esisteva nella indicazione
aveva già compiu- islamica: gli fu dato dagli inglesi, quando Sir Herbert Samuel, primo Alto Com-
to il pellegrinaggio
alla Mecca in gio- missario per la Palestina, arrivando nel 1921, decise che gli affari interni del
vanissima età.
mondo musulmano avrebbero dovuto essere gestiti all’interno di quel mondo
e creò il Supreme Moslem Council. Ne fu il capo Hadj Amini: come scrittore e
insegnante in Gerusalemme, nel 1920 era stato implicato nelle sommosse anti
ebraiche; dovette fuggire in Giordania. Fu giudicato in contumacia dal Gover-
no del Mandato a dieci anni di prigione ma data la sua popolarità, ottenne il
perdono di Sir Samuel che accettò la scelta degli arabi.
La sua vita politica ufficiale iniziò solamente intorno al 1930 quando si pre-
sentò alla Società delle Nazioni per protestare, ancora una volta, contro la ‘Di-
chiarazione Balfour’ (del 2 novembre 1917, secondo la quale la Palestina sareb-
be divenuta il foyer per gli ebrei), e continuò sempre più coinvolgente quando
scoppiò la ribellione in Palestina contro il mandato inglese e contro Londra,
non tanto per questioni coloniali quanto per il sostegno assicurato al Sionismo.
Hadj Amini divenne la voce dell’indipendenza, un simbolo tra gli arabi che di-
fendeva cercando comunque, in un primo tempo, di risolvere diplomaticamen-
te la questione con un accordo anglo-arabo per la pace in Palestina. Una pace
che avrebbe avuto effetti positivi anche in Iraq e allentato l’influenza tedesca
164
164 Per la storia dell’in- e quella minore italiana nella regione petrolifera. Seppe anche ben utilizzare
dipendenza araba
tra il 1941 e il 1943, le varie fazioni arabe mettendole una contro l’altra. Nel 1937 dovette rifugiarsi
v. Renzo De Felice, in Libano (il suo partito politico era stato sciolto così come il Council), a Beirut,
Il fascismo e l’Orien-
te. Arabi, ebrei e in- dove stabilì immediatamente fitte relazioni con gli agenti italiani del S.I.M. e
diani nella politi-
ca di Mussolini, cit. tedeschi. Mussolini, che già si era proclamato protettore dell’Islam, gli offrì asi-
p. 15 ss.; L. Goglia, lo in Libia ma Hadj Amini restò in Libano fino al settembre 1939, quando fuggì
Il Muftì e Mussoli-
ni…, in “Storia con- a Baghdad per raggiungere il suo amico e sodale di idee nazionaliste, Rashid
temporanea”, no-
vembre-dicembre Ali al Gailani: nella capitale irachena disse pubblicamente che non avrebbe
1986, p. 1201 e ss.; appoggiato l’aggressione nazista contro le democrazie e che era preparato
165
ASMAE, Gabinetto
segreto, f. 474. a firmare immediatamente una dichiarazione di lealtà alla Gran Bretagna allo
165 NAUK, KV3/317,
30 settembre 1939. scopo di sconfessare Berlino che sosteneva che gli Arabi erano con Hitler.
Allo scoppio del conflitto Hadj Amini aveva fisicamente lasciato la Palesti-
na, ma non la lotta politica e il gioco diplomatico.
Il suo contatto con il fascismo e il nazismo divenne invece molto stretto: la
politica estera italiana stava giocando la carta degli arabi, soprattutto a guerra
328 Carte segrete dell’IntellIgenCe ItalIana