Page 320 - Carte Segrete dell'Intelligence Italiana il S.I.M. in archivi stranieri
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di alcuni schemi burocratici avvalendosi di sue conoscenze personali, anche
                                   come copertura.
                                      Nel 1920, durante l’occupazione alleata in Smirne, aveva salvato la vita di
                                   Sarajoglu che, nel 1943, da Primo Ministro turco gli serbava grande ricono-
                                   scenza così che Luca poteva esercitare su di lui una grande influenza. Proprio
                                   per questo motivo era stato inviato ad Ankara nel maggio 1941 per impegnarsi
                                   a ottenere un accordo commerciale tra Italia e Turchia (accordo per il quale
                                   fu contrastato oltre che dagli inglesi anche da agenti tedeschi tutti impegnati
                                   nella stessa trattativa).
                                      Nel novembre 1941 Luca era dunque a Roma, in concomitanza con la stipu-
                                   la di un trattato nel quale era coinvolto l’ambasciatore turco e lì rimase fino al
                                   maggio 1942.
                                      Con l’aiuto di Levesi e Zavattari, fu responsabile del rilascio di alcuni ita-
                                   liani che erano stati accusati di spionaggio in Turchia. Un’altra sua operazione
                                   fu quella di lavorare ad un progetto che agevolasse la fuga dall’internamento
                                   del generale iracheno Salah Ed Din Al Sabah, su richiesta del Gran Muftì di
                                   Gerusalemme, compiendo a tal fine numerose missioni clandestine in Iraq, ma
                                   l’operazione non andò a buon fine. Nel luglio 1942 Luca lasciò la Turchia. Mol-
                                   te volte il Duce si congratulò con lui per i successi conseguiti.
                                      Dopo l’armistizio riuscì a sottrarsi abilmente alla cattura da parte dei te-
                                   deschi che cercavano con determinazione gli appartenenti all’Arma e subito
                                   entrò a far parte di un fronte clandestino che si era formato in Roma, la for-
                                   mazione partigiana Gruppo ‘Bertone’.  Tra l’ottobre 1943 e il 4 giugno 1944
                                   riuscì a organizzare e dirigere attività informative e di controspionaggio nel
                                   territorio tedesco e fascista repubblicano; a compiere numerose missioni ‘infor-
                                   mative’ nell’area del Mediterraneo, per ordine del Comando della Resistenza e
                                   su precise direttive dell’Alto Comando alleato nel Mediterraneo; missioni per
                                   le quali fu anche decorato di Medaglia d’argento al valor militare. Ne ricevette
                                   quattro, oltre a due di bronzo. Il giorno successivo alla liberazione di Roma,
                                   5 giugno 1944, si presentò al Centro Raccolta dei Carabinieri, riprendendo il
                                   servizio regolare e fu di nuovo assegnato al Ministero dell’Aeronautica.
                                      Dopo la fine della guerra, ricoprì ancora incarichi particolari, ma in patria,
                                   con il Comando delle Forze di repressione del banditismo, conseguendo nel
                                   marzo 1950 la promozione straordinaria a Generale di Brigata per meriti spe-
                                   ciali. Il suo servizio attivo cessò nel settembre dello stesso anno. Non è dunque
                                   senza ragione che gli inglesi prima e poi gli americani cercarono sempre di sa-
                                   pere di più su questo atipico ‘agente speciale’. Scrissero gli americani nel 1943:

                 150   NARA,  RG  226,   It may be significant that neither Arrivabene, nor Baldeschi of consular  and military
                   NN3 – 226-92-01, 1   Staff of Italian Armistice Commission in North Africa had ever heard of him… 150
                   febbraio 1943.











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