Page 182 - L'Italia in Guerra. Il primo anno 1940 - Cinquant'anni dopo l'entrata dell'Italia nella 2ª Guerra Mondiale: aspetti e problemi
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Credo si possa convenire che, anche se Mussolini ed i vertici militari credevano
              ad una guerra breve, non sia però stato un comportamento adeguato quello di entra-
              re in una'guerra senza in qualche modo combatterla come le guerre si combattono
              e cioè con le Forze Armate di cui si dispone, per i fini politici che si vogliono perse-
              guire. Voglio dire che una guerra non può essere combattuta sul piano politico, con
              la mera consegna della dichiarazione di guerra, la rottura dei rapporti diplomatici
              ed altri atti analoghi.  La guerra dello Stato che la dichiara, che è quindi la parte
              che rompe i normali legami interstatali dei tempo di pace per iniziare un'azione radi-
              calmente diversa, basata sulla violenza dei mezzi bellici, deve essere, invece, fondata
              su di essi, con essi combattuta. I.:incoerenza, I'incongruità dei fatto fu di dichiarare
              guerra senza poi far seguire alle parole e alle carte di guerra le azioni di guerra. Cer-
              tamente il crollo rapido, tragico e devastante della Francia non poteva essere previsto
              quale esso avvenne, ma anche ciò poco toglie alla considerazione fondamentale che
              non si possono combattere impunemente guerre «politiche» che non siano anche
              effettivamente combattute sul campo.

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                  Da un punto di vista della storia delle operazioni militari in Africa, credo che
              oggi, a distanza di cinquanta anni, possiamo affermare che molto è stato scritto in
              Italia e all'estero e che, in linea generale, abbiamo una grande quantità di materiale
             ufficiale e memorialistico; gli archivi vanno progressivamente aprendosi in misura
             sempre più larga agli  studiosi e,  quindi,  possediamo già una notevole produzione
             storiografica anche di valore e ci sono anche buone prospettive per l'estensione e
             l'approfondimento ulteriori della ricerca.  Per quanto riguarda la guerra nel  1940,
              abbiamo pochi momenti oscuri da chiarire, uno - per esempio - di non poco inte-
             resse è quello del generale di C.A. Gustavo Pesenti in Africa orientale. Pesenti co-
             mandava lo scacchiere Giuba che fronteggiava il Kenia britannico e fu improvvisa-
             mente rimosso dal suo incarico dal Duca d~sta il 29 dicembre 1940 e sostituito
             con il generale Carlo De Simone, ufficialmente per motivi legati a valutazioni pessi-
             mistiche sulla condotta delle operazioni, ma, come scrive Rovighi, i motivi reali era-
             rio diversi, «ertz un vecchio colonill/e, ottimo conoscitore dell'ambiente soma lo, studio-
             so di storia e di problemi_ coloniali e con buona conoscenza dell'Impero  inglese,  egli
             sarà influenzato da giudizi pessimistici sulla situazione fino a proporre al Viceré iniziati-
             ve armistizillli nel dicembre _1940 e sarà allontanato» (11).  Renzo De Felice, che ha po-
             tuto leggere il diario del duca Amedeo,  scrive al  proposito che il viceré definisce
             Pesenti «Un  matto»  (12).  Cosa era avvenuto?
                  I.:idea armistiziale di portare l'Impero fuori dalla guerra, con alla testa il duca
             Amedeo, era sentita solo dal generale Pesenti? O  era un'idea , un programma che
             interessava anche altri comandanti e  ufficiali superiori e  funzionari coloniali del-
             1~.0.1? Allo stato attuale della ricerca è difficile dare una risposta; al riguardo ci
             sono soprattutto voci ed opinioni raccolte tra i reduci dell'Impero, che sono di se-
             gno opposto (13).  E  forse sarà anche difficile rintracciare una documentazione che


             (11)  Alberto Rovighi,  op.  cit., vol.  l, p.  494.   .
             (12)  Renzo De Felice,  op.  cit., tomo  Il, Crisi e agonill del regime,  p.  983,  nota.
             (13)  TAA  del  dr.  Rodolfo  Goglia,  primo segretario di governo  dell'amministrazione coloniale,  del
                 Prof.  Giuseppe Bucco,  ispettore di saniti dell'amministrazione coloniale,  Angelo Bastiani, co-
                 mandante dell'omonima banda irregolare in A.O.I.

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