Page 31 - L'Italia in Guerra. Il primo anno 1940 - Cinquant'anni dopo l'entrata dell'Italia nella 2ª Guerra Mondiale: aspetti e problemi
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Come favola, la guerra trova il suo substrato ideologico nell'eterna lotta tra il
bene (il fascismo) e il male (le ingorde plutocrazie, il dissacrante bolscevismo, l'a-
bietto ebraismo).
E racconta per inganni, senza però sconfinare mai nell'orrido e nel truce, diver-
samente a quanto successo nella l a G.M. (si pensi alle rappresentazioni grafiche di
Boccasile ove i protagonisti, pur perdendo le sembianze di esseri umani - simili
come sono a dei della guerra -, non raggiungono mai il sanguinolento surrealismo
di un, Martini dei disegni realizzati per la «danza macabra europea»).
E il fabulare dell'uomo nuovo, alla ricerca della propria affermazione; afferma-
zione che richiede il male necessario della rottura dell'accerchiamento, e, quindi,
della lotta con l'avversario che vuole restringerlo entro spazi angusti. E a questo
punto che teoria e prassi si legano, invenzione e realtà copulano, decretando che la
guerra è «buona e giusta».
Un'invenzione mai spinta, peraltro, oltre l'incredibile o l'inverosimile, nono-
stante le retoriche affermazioni (del tipo «ritorneremo», slogan lanciato al momento
della sconfitta e della perdita dell'Impero). Bugie ragionate, che il più delle volte,
piuttosto che falsificare, preferiscono omettere o nascondere, come nelle direttive
alla stampa o nella pubblicazione dei bollettini di guerra (13).
La guerra è parlata, scritta e rappresentata, ed utilizza tutti gli strumenti pub-
blicistici che la tecnica offre: stampa, radio, cinema, fotografia, affissi, cartoline,
ecc .. Fino all'innovazione, originale, delle scritte sui muri, le frasi lapidarie destina-
te ad immortalare un'epoca, la cui efficacia è indubbia, perché come messaggio esse
si proposero in continuazione agli occhi del fruitore.
Tutte le attività umane ebbero parte nella propaganda di guerra: il lavoro, la
cultura, il sentimento religioso. Nella guerra figurata fu tutta l'arte, architettura
compresa, a porsi al suo servizio (14);
Un'immane finzione, che perse corporeità e svanl nel momento in cui gli italia-
ni, riacquistata coscienza dell'io individuale, persero quell'identità collettiva che il
fascismo aveva ricercato e che~ entro certi limiti, era riuscito a dare loro.
(13) Arrigo Petacco, 1940. Giorno pn giorno atlrtlveno i bollettini del Comando Supremo, Milano,
1989.
(14) Lauiil Malvano, opera citata.
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