Page 28 - L'Italia in Guerra. Il primo anno 1940 - Cinquant'anni dopo l'entrata dell'Italia nella 2ª Guerra Mondiale: aspetti e problemi
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da essere costretti a uno scambio di corrispondenze nel tentativo di ristabilire i ri-
spettivi limiti di competenza (9).
L'istituzione d~ servizio di propaganda presso il Ministero della Guerra offre,
oggi, la disponibilità negli archivi militari, di una documentazione importante per
molti versi.
Essa consente allo studioso la possibilità di consultare carte prodotte all'inter-
no dell'istituzione militare, con un duplice vantaggio: quello di ricavare notizie di
prima mano e quello di disporre di stnimenti analogici, da utilizzare nel confronto
con documenti di altri Enti ed Organi dello Stato di stretta marca politica.
Inoltre, la documentaZione a disposizione è molteplice; consiste, infatti, in re-
lazioni compilate dalla base (cioè dagli ufficiali, dalle sottosezioni e dalle Sezioni
P, dagli uffici censura di posta militare, dagli organi informativi periferici), dal cen-
tro (Ufficio Propaganda, Comando Generale dei Carabinieri, SIM) e dai vertici (sin-
tesi delle relazioni predette del Capo di Stato Maggiore Generale) .
. È possibile, quindi, attraverso l'analisi e il confronto, capire dove, quando e se
le notizie inviate. o ricavate per fini propagandistici subivano, nel loro cammino, di-
storsioni, strumentalizzazioni, alterazioni o omissioni.
Infine, essendo documenti compilati dai militari Per i militari, in genere erano
più aderenti alla realtà di altre fonti: non nascondevano, al contrario, talvolta tende-
vano ad esasperare lamentele, disservizi e deficienze. .
Una prima analisi di tali documenti, per il periodo che va dalla primavera del
1940 a quella dell'anno successivo, porta alle seguenti considerazioni, che vanno co-
munque ·ulteriormente vagliate e approfondite in studi di più ampio respiro.
Al momento di entrare in guerra l'Italia respirava aria di speranza commista
a rassegnazione. La gente, pur prevedendo un futuro minaccioso e pur nella consa-
pevolezza delle precarie situazioni economiche, riponeva ancora una «serena fidu-
cia» nell'opera del Capo del Governo e dell'apparato militare che, non dimentichia-
mo, era uscito vincitore dalle due precedenti esperienze .di guerra. .
Scarsissime le segnalazioni relative ad atti di sabotaggio e. di terrorismo, e per
la maggior parte circoscritte al confine orientale, ove forte era.la presenza del tumul-
tuoso elemento allogeno, fomentato dalla propaganda avversaria. Una situazione co-
munque non nuova, le cui radici affondavano nella sistemazione dei territori di con-
fine fatta al termine della t• guerra mondiale.
Quasi nulle le annotazioni relative ac;l attività antifascista, anche esse in massi-
ma parte addebitate, nelle rare segnalazioni, a slavi e altoatesini. · .
Con la guerra gli stati d'animo non cambiarono; al contrario, all'inizio del con-
flitto aumentarono gli «incitamenti» diretti al combattente. n morale della popola-
zione restò per mesi abbastanza elevato; crebbero le preoccupazioni di natura eco-
nomica e quelle relative all'ipotèsi di un conflitto che cominciava a profilarsi di lun-
ga durata, in contrasto con le rosee previsioni dei primi momenti.
· Mai emerse, comunque - e ciò fino alla primavera del1941 - alcuna attività
degna di rilievo e relativa a dissensi di natura politica o ideologica.
Dal fronte, le segnalazioni sullo spirito delle truppe erano una cantilena di
· «morale elevatissimo, spirito aggressivo, espressioni di orgoglio, ansia di battersi».
Destarono qualche preOccupazione le pessimistiche previsioni sulla Campagna
di Grecia, comparse nel dicembre 1940, ma sparite al termine delle operazioni.
(9) Archivio Centrale dello Stato, .Ministero della Cultura Popolate, busta 17 fiascicolo 241.
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