Page 23 - L'Italia in Guerra. Il primo anno 1940 - Cinquant'anni dopo l'entrata dell'Italia nella 2ª Guerra Mondiale: aspetti e problemi
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Fu soltanto tre anni dopo, nel1931, che il Ministero degli Interni studiò e
mise in atto un ordinamento del servizio di propaganda (5).
Al Dicastero fu costituito un nucleo centrale, destinato ad organizzare e diri-
gere la propaganda, e furono istituiti 93 organi provinciali periferici, posti sotto
la vigilanza e la direzione dei prefetti, e formati da uno o due funzionari (ufficiali
invalidi e funzionari civili), un complesso di oratori- propagandisti scelti dai pre-
fetti (d'intesa con gli apparati locali del Partito Nazionale Fascista e dei sodalizi
patriottici) e distribuiti nei vari centri di propaganda delle provincie.
Nell935 la Commissione Suprema Difesa dispose che la materia d~venisse di
competenza del Sottosegretario alla Stampa (poi Ministero per la Stampa e la Pro-
paganda), che ne ereditò l'organizzazione e gli incartamenti, consistenti in un fa-
scicolo generale s~ll'organizzazione del servizio, 93 fascicoli intestati alle Provin-
cie, uno schedario degli oratori-propagandisti. .
Il nuovo Dicastero per la stampa e la propaganda ritenne valida l'organizza-
zione esistente, preoccupandosi soprattutto di rivedere lo schedario dei propagan-
disti e raccomandando ai prefetti la «propaganda spicciola» da fare attraverso con-
ferenzieri nei piccoli centri e negli abitati rurali, non raggiungibili altrimenti dai
mass-media (stampa, radio, cinema).
Affidata ai prefetti, la propaganda all'interno era nelle salde mani del potere
centrale.
Il nucleo centrale fu potenziato e denominato Nucleo per la Propaganda al-
l'Interno e all'Estero (NU.P.I.E.); esso fu posto alle dipendenze dalla Direzione
Generale per la Propaganda, e articolato su due sezioni, Interni ed Estero.
La Sezione Estero assorbì il nucleo di propaganda che si era nel frattempo co-
stituito presso il Ministero degli Esteri, e che aveva limitato la sua attività ad una
inchiesta in varie Nazioni sull'impiego del cinemà e della radio (come strumenti
di propaganda), e ad alcuni interventi di «propaganda spicciola», non meglio quan-
tificati e descritti.
Il banco di prova fu offerto al NU.P.I.E. dal conflitto italo-etiopico.
Il nucleo di propaganda della Sezione Interni non fu attivato in tale occasione
perché non fu ritenuto necessario farlo. La Sezione Estero, in previsione della
guerra, accelerò invece la costituzione dei nuclei di propaganda all'estero attraver-
so gli Uffici Consolari, che furono incaricati di porre in atto tutti i provvedimenti
più idonei alle realtà locali.
I nuclei furono costituiti, di preferenza, con ufficiali in congedo ed ebbero il
compito principale di elevare al massimo il sentimento patrio dei connazionali all'e-
stero, di influenzare l'opinione pubblica internazionale e di trarre elementi infor-
mativi da essa.
Alla fine, risultarono operanti all'estero 146 nuclei con 631 propagandisti di-
stribuiti tra Europa, Asia, Africa, Americhe.
I nuclei agirono per l'intera durata del conflitto e svolsero notevole azione di
propaganda, nei confronti dei connazionali e delle popolazioni estere. A tale scopo ·
furono distribuiti pubblicazioni e opuscoli (per un totale di 300.000) articoli (circa
3.000), fotografie (circa 30.000), grafici, diapositive, cinematografie. .
Il maggiore Amedeo Tosti, che ebbe il compito di curare la costituzione e l'in-
. dottrinamento dei nuclei, compì dei veri tour de force, tenendo in pochi mesi 36
(5) A.U.S.S.M.E., carteggio citato, fascicolo F9/40.
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