Page 107 - L'Italia in Guerra. Il secondo anno 1941 - Cinquant'anni dopo l'entrata dell'Italia nella 2ª Guerra Mondiale: aspetti e problemi
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Per quanto i disagi della guerra fossero sentiti dalla popolazione civi-
           le  per i bombardamenti e in particolare per la  parte più povera di  essa
           anche per la penuria e i prezzi degli approvvigionamenti alimentari non-
           vi  era  però  un clima  di  pesante controllo  poliziesco  sia  nel  suo  aspetto
           positivo di una relativa tranquillità della vita quotidiana sia anche nel suo
           aspetto  negativo da  un punto di vista  militare di  non perfetta vigilanza
           del controspionaggio e dell'azione anticontrabbando. Pur tuttavia c'era una
           restrizione  importante che  riguardava soltanto la  popolazione indigena:
           il coprifuoco. Questa limitazione della libertà di movimento alla sola po-
           polazione indigena riporta -  al di là della propaganda del regime, della
           legislazione e della retorica delle quattro provincie libiche della quarta spon-
           da - la situazione libica al suo dato fondamentale di realtà coloniale. Ab-
           biamo così l'ordinanza del Commissario Straordinario del  Municipio di
           Bengasi in data 4 aprile 1941 (giorno della riconquista italo-tedesca della
           città) che recita: "Il coprifuoco resta in vigore dalle ore 19 alle 6 limitata-
           mente  però  ai  sudditi  stranieri,  ebrei  e  libici" (3)_  I  cittadini  "italiano-
           libici" della propaganda fascista,  come di fronte alla legislazione razzista
           così  di  fronte  alla guerra  sono  ciò  che  il  regime  fascista  voleva  fossero,
           sudditi coloniali,  e  ciò  è esemplarmente chiaro nel  testo  dell'ordinanza.
           Essi sono equiparati in questo  specifico caso  ai  cittadini stranieri e agli
           ebrei che nella scala razziale fascista avevano una posizione giuridica infe-
           riore a quella  dei  libici.  Un altro  documento  che  ribadisce  questa linea
           d'azione è l'ordinanza del Governatore Generale della Libia e Comandan-
           te Superiore dell'A.S., generale Bastico, in data  19 dicembre  1941  il cui
           testo  recita:

                                          ORDINA
                                           Art.  l

                È fatto  divieto ai  cittadini libici ed assimilati di circolare nei centri
           urbani, nei territori della Libia occidentale (Tripoli-tania) e nelle  imme-
           diate  adiacenze,  dalle  ore  19,30 alle  ore  06,30  del  mattino.

                                           Art.  2
                Ai cittadini libici ed assimilati è fatto divieto di oltrepassare la linea
           marginale sud che va da ovest verso est partente da Gadames, T gutta, Ghe-
           ria,  rotabili  Gheria  Sciuref,  Bir el  Gteifa,  Zella,  Marada,  El  Haseiat.



           (3)  Cfr. Ministero della Cultura Popolare, Che cosa hanno fatto gli inglesi in Cirenaica,  Ro-
              ma,  S.E.L.I.,  1941, p.  194.


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