Page 110 - L'Italia in Guerra. Il secondo anno 1941 - Cinquant'anni dopo l'entrata dell'Italia nella 2ª Guerra Mondiale: aspetti e problemi
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nelle rigide prescrizioni dei nostri regolamenti.  Contrari, poi,  alla difensiva,  i libici
                trovavano  inutile  trincerarsi  e scavare  buche" < 1 0>.
                     Egli valuta gli uomini del suo presidio e li divide nettamente in due
                categorie i volontari e i richiamati (questi ultimi costituiscono una novità
                nella colonia dove per necessità di guerra si ritenne necessario instaurare
                la coscrizione obbligatoria)  1 graduati ed i militari volontari erano degli otti-
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                mi elementi,  che rendevano al cento per cento.  Essi si distinguevano per disciplina,
                operosità,  dedizione·al dovere.  Dopo la Campagna di Etiopia,  alla quale avevano
               preso parte con  entusiasmo,  e le  vittorie  conseguite,  essi  erano fieri  di  appartenere
                al nostro Esercito.  I richiamati, invece, graduati e soldati, quasi tutti della regione,
                non dimostravano pari entusiasmo. Abituati a disimpegnare il loro servizio volonta-
                riamente, non vedevano di buon occhio il provvedimento, adottato dal Governo della
                Libia relativo alla coscrizione obbligatoria di tutti i libici idonei al servizio milita-
                re.  Alcuni di  essi erano anziani (circa quarant'anni) e perciò  non del tutto adatti
                al servizio"< 11>.  Tra molte difficoltà con molto buon senso e attenzione me-
                ticolosa ai bisogni e alla psicologia dei suoi uomini, Castagna riuscì a te-
                nere i libici fino  alla caduta del presidio e questa è l'esperienza generale
                di  tutti  i buoni comandanti coloniali < 12>.

                    Dall'altra parte del fronte molti tra i fuoriusciti libici furono arruola-
                ti dai britannici nella Lybian Arab Force 03) e ai fini  di ingrandire questa
                unità fu  chiesto ai prigionieri libici nei  campi di concentramento di ar-
                ruolarsi per partecipare alla battaglia contro la dominazione italiana nel
               loro Paese. Dei circa 15.000 soldati libici prigionieri in Egitto- nel com-
                plesso in condizioni piuttosto dure -  fu  una minoranza ad aderire alla
                causa anglo-senussita.
                    La  Lybian  Arab Force  fu  presente fin  dalla  prima occupazione della
                Cirenaica, alcuni membri di questa unità furono visti nella città di Benga-
                si<14>.  La Lybian Arab Force  rappresentò il solo elemento di impegno mili-




                (10)  Salvatore Castagna,  La difesa  Giarabub,  Milano,  Longanesi,  1950 p.  30.
                (11)  lvi,  p.  41.
                (12)  lvi,  pp.  190-191.
                (13)  Cfr. Adrian Pelt,  Lybian indipendence and the Unidet Nations.  A case of planned decoloni-
                    zation,  New Haven and London, yale Universiry Press,  1970, pp.  39-40 e p.  295
                    n.  39; A. B.  Kennedy SH A W, Long Range Desert Group,  the story of its work in Lybia
                    1940-1943,  London Collins  1945,  p.  150.
                (14)  Cfr.  Ministero  della  Cultura popolare, cit.,  p.  41;  G.  Scalfaro, 56 giorni  di  civiltà
                    inglese a  Bengasi,  Roma,  Pinciana,  1941, p.  161.


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