Page 113 - L'Italia in Guerra. Il secondo anno 1941 - Cinquant'anni dopo l'entrata dell'Italia nella 2ª Guerra Mondiale: aspetti e problemi
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tento, tutto maggiormente accentuato nelle classi colte e medie; le classi popolari sono
senza dubbio moralmente migliori del punto di vista del sentimento patrio e della
fiducia nella vittoria.
Fenomeno dell'imboscamento attraverso gli esoneri, in proporzioni impressionanti.
Spirito combattivo, negli ufficia# di complemento richiamati, mediocre e scar-
so. Migliore nella truppa, influenzata tuttavia dall'esempio degli ufficiali.
I quadri erano formati in gran parte da ufficiali di complemento; alcuni ve-
nuti come tali dall'Italia; altri, i più, richiamati nello stesso Impero, dove si erano
formati, chi più chi meno, una situazione e dove risiedevano con le loro famiglie.
Il pensiero dominante che ha paralizzato lo slancio bellico della gran maggio-
ranza di questi ufficiali è stato quello della preoccupazione per la sorte dei loro beni
e delle loro famiglie.
Le azioni militari erano commentate e discusse in modo oltre modo pessimistico.
La mancata resistenza della linea del Giuba e della Somalia; la rapida caduta
di Harar; la resa di Addis Abeba ... hanno penosamente influito sull'animo degli
italiani, né sono troppo valsi a risollevare gli spiriti gli eroismi di Cheren, soprattut-
to, e di Amba Alagi.
La mancata resistenza sul Bottego e la caduta di Gimma hanno trovato lo
spirito pubblico già preparato al peggio. Il morale degli italiani dell'Impero, ormai
quasi totalmente caduto in mano al nemico, si è invece altamente risollevato per la
lunga resistenza di Gondar" < 1 7>.
Antonia Bullotta nelle sue memorie ricorda, a proposito degli itaiia-
ni rimasti in Somalia dopo la guerra del 1935-36: "Il materiale umano-
consistente in parte in ''rottami della vita'' arruolati nelle legioni fasciste in cerca
di ventura - rimase invece in Somalia. Si dedicarono a piccoli traffici e mestieri
di ripiego, o furono incorporati nell'Amministrazione civile o in quella militare del
territorio con mansioni molto subalterne" < 18>.
Sulla guerra così scrive: "La guerra dapprima non l'avevamo voluta, cer-
to, anzi ci ribellavamo in cuor nostro, con furibonda violenza alla sola idea di una
eventuale partecipazione alla conflagrazione europea"< 1 9>. E Anna Maria Moglie,
sposata ad un funzionario di banca, così scrive nel suo diario: "1 O giugno
(17) Relazione Piacentini, pp. 27-28, in Carte R. Goglia, Archivio Goglia, Roma.
(18) Antonia Bulletta, La Somalia sotto le due bandiere, Milano, Garzanti, 1949, p. XXIII.
(19) lvi, p. 3.
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