Page 118 - L'Italia in Guerra. Il secondo anno 1941 - Cinquant'anni dopo l'entrata dell'Italia nella 2ª Guerra Mondiale: aspetti e problemi
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I brani citati e parecchi altri avrei potuto aggiungere, bene testimo-
niano delle condizioni generali della comunità e delle truppe nazionali del-
l'Impero e di come sia stato arbitrario, ingiusto, nonché ingeneroso attri-
buire alle truppe coloniali la responsabilità diretta o una parte molto grande
di essa nel crollo militare dell'A.O.I.. Credo che l'inziatore della faziosa
interpretazione sia lo stesso Musssolini, che dette questa versione per la
prima volta nel discorso che pronunciò in -occasione del primo anniversa-
rio dell'entrata in guerra dell'Italia (30l.
Comandanti di ogni grado, da Angelo Bastiani (prima da sergente
maggiore e poi promosso sottotenente sul campo), al tenente Amedeo Guil-
let, al generale di brigata Lorenzini, al generale d'armata Nasi, che ebbero
ai loro ordini truppe africane e seppero capirne la psicologia, la cultura
e i bisogni, se ne guadagnarono la fiducia e ottennero da loro ogni risultato,
finanche il sacrificio della vita. Le truppe coloniali non ubbidivano all'uf-
ficiale soltanto perché investito del grado; esse richedevano che chi li coman-
dava ne fosse all'altezza e soprattutto che manifestasse coraggio nella bat-
taglia e senso di giustizia nel comandare uomini: gli ufficiali preposti ai
reparti coloniali che non avevano per lo meno queste due qualità non riu-
scirono ad esercitare il comando e nel momento critico le unità si sfaldarono.
Come si può accusare le truppe africane di avere disertato in massa
quando anche parecchi nazionali disertavano (31)? Credo, che ognuno pos-
sa rendersi conto che in una realtà bellica coloniale, se parecchi colonizza-
tori in armi si "imboscano" e alcuni disertano, necessariamente si avrà
una proporzione alta e medio alta di diserzioni tra i colonizzati in uniforme.
E quale poteva essere l'effetto psicologico e morale sulle truppe afri-
cane della diserzione dei loro commilitoni bianchi, dell'irrisolutezza e del-
l'opportunismo meschino dei comandanti (ad esempio del generale Gaz-
zera)? Per valutare realisticamente la condotta e l'esito della campagna
in A.O. durante la seconda guerra mondiale è necessario essere lucidi
(30) Cfr. Benito Mussolini, Opera omnia, vol. XXX, p. 98.
(31) Cfr. A.U.S.M.M.E., Carteggio del Governo, b 22, Relazione Nasi cit., p. 5, alla voce
perdite del mese di luglio riporta: "nazionali: morti 11, feriti 43, disertori 7; coloniali
morti 28, feriti 78, disertori 378". Se nell'area di resistenza dell'Amhara desertano
7 nazionali, non ci si deve chiedere perché nello stesso mese disertano 3 78 colonia-
li. Essi nello stesso mese hanno avuto il doppio dei morti e dei feriti nazionali. Questi
dati sono limitati ad un solo mese in una sola zona di operazioni, ma sono tuttavia
indicativi. Mancano comunque i dati complessivi delle diserzioni nazionali e colo-
niali nella campagna in A.O.I. 1940-41.
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