Page 116 - L'Italia in Guerra. Il secondo anno 1941 - Cinquant'anni dopo l'entrata dell'Italia nella 2ª Guerra Mondiale: aspetti e problemi
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Naturalmente,  però,  occorrono  ufficiali che sappiano e vogliano,  colla parola
              e con l'esempio, galvanizzare i loro uomini convincendoli della necessità e importan-
              za  della  nostra  resistenza.

                   È perciò agli ufficiali che mi rivolgo,  affinché in quel più forte sentimento del
              dovere  che deve  derivare dalla loro  intelligenza,  cultura,  situazione sociale,  consci
              delle supreme necessità dell'ora che non  ammette assenteismo in  nessun campo,  sap-
              piano e vogliano dedicarsi ai loro soldati per sostenere, accrescerne, potenziarne il morale.

                   Gli argomenti da  toccare in piccolo  crocchio,  con  tono famigliare  - più che
              in  riunioni predisposte  -  possono  essere  i seguenti:
              l)  i gondarini hanno un compito duro,  che è però motivo di grande orgoglio, perché
                 l'Italia e tutto  il mondo  ci guardano;
              2)  la  nostra  resistenza,  che  d'altra parte  non  è senza  speranza,  ha  un  immenso
                 valore morale,  in mezzo ad un  mondo ostile,  che ha sempre denigrato il soldato
                 italiano;
              3)  i battaglioni CC.NN.  e gli altri reparti  nazionali di  Uolchefit,  Culqualbert,
                 Fercaber e degli altri caposaldi di prima linea a contatto col nemico, danno prove
                 quotidiane di  valore  spirito  combattivo;
              4)  le truppe coloniali, specie i fedelissimi eritrei, tengono duro e si battono come leoni.
                 Vorranno  i  nazionali  essere  da  meno?

              5)  le privazioni e i disagi al soldato sono  notevoli,  ma non sono  insopportabili per
                 chi  ha  sentimento  del dovere  e forza  di  volontà;
              6)  il nazionale che diserta in Colonia,  è l'essere più abietto e più vile che esista al
                 mondo, perché tradisce non solo il proprio Paese,  ma anche la razza [non credo
                 interpretato in senso nazista n.d.r.]. Tutti hanno il dovere di vigilare e de-
                 nunciare chi sia sospetto  di  tramare  la  diserzione; .....  di amarezza,  come  un
                 cane,  chi diserta;
              7)  il nazionale che,  in questa nostra situazione,  commette crimini, e peggio se questi
                 crimini sono  commessi nei confronti di indigeni,  rivela uno spirito di  così  bassa
                 delinquenza  che  va  schiacciato  come  un  verme;
              8)  chi con fatti o con parole indebolisce,  comunque,  lo  spirito delle  truppe,  sabota
                 la resistenza  sia pure inconsciamente.

              Signori  Ufficiali!
                   T ali sono  le  truppe,  quali sono  gli  ufficiali.


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