Page 203 - L'Italia in Guerra. Il secondo anno 1941 - Cinquant'anni dopo l'entrata dell'Italia nella 2ª Guerra Mondiale: aspetti e problemi
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dell'antifascismo militante, cioè di chi ne auspicava la sconfitta al prezzo
più alto, e li sospinse, semmai, a ingrossare le file di un " partito naziona-
le", non organicamente strutturato e privo di denominazioni che non fos-
sero il sentimento patriottico e l'orgoglio della propria identità. Dinanzi
a "diktat" che sembravano svalutare l'intera storia dell'Italia unita e, per
contro, tributavano all'Unione Sovietica un largo riconoscimento di de-
mocraticità, si comprende il ripiegamento su posizioni di attesa e di cau-
tela anche di taluni che dal fascismo avevano patito arresti arbitrari, carcere,
mortificazioni e perciò non dovevano prender lezioni di democrazia da
Oltremanica o da Oltreoceano. Il caso di Alcide De Gasperi non è che
un esempio. Del pari si comprende che lo stesso De Gasperi, come poi
Carlo Sforza e altri statisti in Italia o nell'esilio, non si rassegn.assero a met-
tere la perdita delle colonie ed eventuali mutilazioni del territorio nazio-
nale (come richiesto dal gen. De Gaulle per un canto, da Tito per l'altro,
mentre anche la Grecia rivendicava il possesso o una temporanea occupa-
zione per sfruttamento della Puglia < 16 >) tra gli scotti inevitabili della guerra
e di un quindicennio di regime dai risvolti interni e internazionali incom-
parabilmente meno drammatici e sanguigni di quelli fatti registrare dallo
Stalin che ora sedeva accanto ai campioni delle democrazie. Solidamente
arroccati attorno alla Corona, garante della continuità dello Stato (come
avrebbero poi riconosciuto le Nazioni Unite dopo il 25 luglio e soprattut-
to con la firma degli armistizi del settembre 1943 ), "lealisti", "partito na-
zionale" e, in particolare, le Forze Armate col 1941 vennero intrappolati
nel tunnel senza uscita di un disegno ideologico-politico il cui intento af-
flittivo -mentre "premiava" lo stalinismo elevandolo a fulcro dell'anti-
fascismo combattente - fu infine esplicitato nella richiesta della ''resa senza
condizioni": trattamento che squilibrò i rapporti di forza tra gli stessi an-
tifascisti militanti, a tutto vantaggio dell'estrema sinistra.
(16) Vds. in proposito Vanna Vailati, La storia nascosta, 1943-1944. Documenti inglesi se-
greti che non sono mai stati pubblicati, Torino, 1986. Una ipotesi del Foreign Office
-che nella prefazione al volume di Vailati il gen. Luigi Mondini definisce "alluci-
nante" - prevedeva l'assegnazione alla Grecia della Puglia e di gran parte del Mez-
zogiorno; agli iugoslavi non solo l'Istria ma il Veneto e la Lombardia sino a Milano
compresa, mentre alla Francia sarebbero andati l'isola d'Elba, la Liguria, il Pie-
monte e il resto della Lombardia; agli inglesi la Sardegna, la Sicilia e la Calabria.
Gli Stati Uniti avrebbero invece occupato Roma, mentre per la spartizione delle
colonie era previsto un accordo con l'URSS. Sui propositi di mortificazione dell'I-
talia coltivati da parte britannica vds. anche R. De Felice, Mussolini, l'alleato. L'lta-
./ia in guerra, 1940-1943, Torino, Einaudi, 1990 vol. 2, passim.
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