Page 97 - L'Italia in Guerra. Il secondo anno 1941 - Cinquant'anni dopo l'entrata dell'Italia nella 2ª Guerra Mondiale: aspetti e problemi
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Un primo lavoro di sistemazione dei materiali collegati al testo, fu
svolto negli anni immediatamente successivi alla fine del conflitto mon-
diale; nell'ambito di un progetto più vasto di pubblicazione di documenti
da parte dell'Ufficio Storico, negli ultimi anni si è avviata una paziente
ricerca sulle fonti esistenti presso l'Archivio dello stesso Ufficio, per giun-
gere alle sostanziali ricostruzioni di quegli allegati considerati essenziali
per la comprensione e integrazione del testo.
Tra questi, la relazione Badoglio (Riassunto degli avvenimenti prece-
denti l'entrata in guerra), che costituisce l'allegato n. l del Diario.
All'atto del recupero, essa risultava priva di numerosi allegati, tra
i quali la relazione del generale Guzzoni relativa all'azione militare in Al-
bania nei giorni 7, 8 e 9 aprile 1939. Dopo anni di vane richieste final-
mente nel '49 si ottenne una copia della relazione dello stesso generale
Guzzoni, anche se un'altra fu individuata nel carteggio sull'Albania esi-
stente fra i fondi dell'Ufficio Storico.
Badoglio, nella sua relazione - pubblicata per la prima volta - ri-
porta il promemoria di Mussolini a Hitler del 28 maggio 1939 il quale
sostiene l'opportunità di rinviare l'ormai inevitabile conflitto almeno al
1943; in effetti Badoglio, nella sua qualità di Capo di Stato Maggiore Ge-
nerale, aveva più volte espresso al Capo del Governo il proprio parere
favorevole al rinvio della guerra, basato sull'accertata mancanza di prepa-
razione tecnica e organizzativa delle Forze Armate Italiane.
Mussolini, com'è noto, finirà invece col dichiarare la guerra nel giu-
gno del 1940 e Badoglio, pur essendo contrario, non riuscirà ad opporsi.
Non otterrà neppure, nonostante ripetute richieste, una precisa definizio-
ne delle proprie competenze e attribuzioni mai puntualizzate fin dal1925,
momento in cui venne istituita la carica di Capo di Stato Maggiore Generale.
Nel1925 il Capo di Stato Maggiore Generale era anche Capo di Sta-
to Maggiore dell'Esercito, doveva provvedere all'organizzazione delle for-
ze terrestri, alla loro preparazione alla guerra e alla sistemazione difensiva
del territorio. Esso comunicava ai Capi di Stato Maggiore della Marina
e dell'Aeronautica direttive di massima, per assicurare il concorso ad un
unico scopo di tutte le Forze Armate dello Stato. Una funzione, quindi,
di coordinatore di tutte le attività belliche nell'ambito di un piano com-
plessivo.
Nel febbraio 1927 (R.D.L. n. 68), le funzioni vennero meglio defini-
te, ponendo alle dirette dipendenze del Capo del Governo il Capo di Stato
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