Page 92 - L'Italia in Guerra. Il secondo anno 1941 - Cinquant'anni dopo l'entrata dell'Italia nella 2ª Guerra Mondiale: aspetti e problemi
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di guerra contro il Giappone. In un discorso del giorno successivo il Pre-
                sidente chiarì subito che il nemico principale restava la Germania:  "Noi
                siamo sicuri di poter eliminare il pericolo giapponese;  ma questo ci servirebbe a poco
                se,  compiuta quella impresa,  dovessimo trovarci di fronte  a un mondo dominato  da
                Hitler e da  Mussolini" < 54>.  L' 11  dicembre Germania e Italia dichiararono
                guerra  agli  Stati  Uniti,  facilitando  il  compito  di  Roosevelt.
                     Accogliendo con qualche esitazione una proposta formulata da Chur-
                chill all'indomani dell'attacco a Pearl Harbor, Roosevelt accettò di incon-
                trare nuovamente il Premier britannico. La prima conferenza di Washington
                si tenne dal 22 dicembre  1941 al 14 gennaio  1942 (55)_  In essa fu  ribadi-
                ta la scelta  strategica di  dare priorità alla sconfitta della Germania:  "La
                Germania è sempre il nemico principale e la sua sconfitta è la chiave della vittoria.
                -  si  leggeva  in un documento  degli  Stati  Maggiori  americani  -  Vinta
                la Germania,  la caduta dell'Italia e la sconfitta del Giappone seguiranno senz'al-
                tro".  Fu anche dato il via  alla prevista costituzione dei Combined Chiefs  of
                Staff anglo-americani  e  di  comandi di teatro  integrati (56)_

                     Uno dei risultati della conferenza fu la Dichiarazione delle Nazioni
                Unite, sottoscritta dai rappresentanti di 26 paesi il Capodanno del 1942.
                I  firmatari  si  impegnavano a  seguire  i  princìpi della  Carta Atlantica,  a
                sconfiggere I'hitlerismo (termine reso necessario dal rifiuto sovietico di con-
                templare la guerra con il Giappone) ed a non concludere una pace separata.
                     La Conferenza di Washington segnò l'inizio del pieno funzionamen-
                to della cosidetta special relationship anglo-americana. A questa definizione
                coniata da Churchill, che riflette una visione ottimistica dei rapporti tra
                Gran Bretagna e Stati Uniti, la più recente storiografia ne ha contrappo-
                sto altre,  espressione di valutazioni più realistiche:  ambiguous partnership,
                competitive,  cooperation,  allies of a kind.  La  questione è assai vasta e resta at-
                tuale anche nella diplomazia odierna. Per restare all'ambito di questo con-
                vegno,  basti  ricordare  che  nel  periodo  tra  Pearl  Harbor e lo  sbarco  in


                (54)  Cit.  in  Bariè,  op.  cit.,  p.  348.
                (55)  I principali documenti sono in Frus, The  Conferences at Washington,  1941-1942,  and
                     Casablanca,  1943; cfr. Kimball, op.cit., pp. 283-323; Churchill, op.cit., pp. 1593-1639.
                    Della conferenza, per ragioni di spazio e perché a cavallo tra 1941 e 1942, si riferi-
                     sce  qui  per sommi  capi.
                (56)  Non ebbe mai seguito l'idea di creare un organo comprendente anche sovietici e
                    cinesi. Sta1in non aveva accolto la proposta di Roosevelt del 16 dicembre di tenere
                    una conferenza quadripartita a Chungking (capitale provvisoria di Chiang Kai-Shek).


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