Page 87 - L'Italia in Guerra. Il secondo anno 1941 - Cinquant'anni dopo l'entrata dell'Italia nella 2ª Guerra Mondiale: aspetti e problemi
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tante della conferenza atlantica fu comunque di sancire "l'allineamento del-
           le  tre  grandi  Potenze  sull'impegno  di giungere  insieme  alla distruzione  del  Terzo
           Reich, in un momento in cui gli Stati Uniti non erano ancora ufficialmente in guer-
           ra" (37).  Infatti oltre alla  Carta Atlantica fu subito pubblicata una lettera
           del  12  agosto nella quale Churchill e Roosevelt manifestarono a Stalin la
           loro  volontà  di  dargli  il  massimo  di  aiuti  per  resistere  all'attacco  te·
           desco (3 8>.
                A Terranova fu discussa anche la politica verso il Giappone, che alla
           fine di luglio aveva ottenuto dal Governo di Vichy la concessione di basi
           navali ed aeree nell'Indocina meridionale (nel settembre 1940 le aveva già
           ottenute nella parte settentrionale della penisola), da dove l'aviazione nip-
           ponica  avrebbe  potuto minacciare  Singapore.  Con la  Russia  impegnata
           in  Occidente  il  Giappone  era  più  libero  di  espandersi  in  Estremo
           Oriente. D'altro canto con la  riduzione della minaccia nazista all'Inghil-
           terra gli Stati Uniti potevano prendere una posizione diplomatica e mili-
           tare  più  ferma  per  contenere  l'aggressività  giapponese.  Il  26  luglio
           Washington decise di "congelare"  i beni giapponesi negli Stati Uniti, sotto-
           ponendo ad autorizzazione governativa ogni transazione commerciale tra
           i due paesi.  Di fatto,  anche se questo  non era nelle intenzioni iniziali di
           Roosevelt, dopo tale data il Giappone non poté acquistare negli Stati Uni-
           ti (che nel 1940 gli avevano fornito il 60% del suo fabbisogno) nemmeno
           un barile di petrolio. Fu inoltre attuata una revisione della strategia ame-
           ricana in Estremo Oriente decidendo di difendere le Filippine in caso di
           guerra (ciò che era prima considerato impossibile)<39l. Stazionando in ta-
           le arcipelago un consistente numero di bombardieri "B 17'' (le "Fortezze
           Volanti") si pensava di opporre un efficace deterrente ad azioni aggressi-
           ve  di Tokio. Anche per guadagnare tempo in modo da realizzare tali di-
           rettive strategiche, Washington decise di riprendere le conversazioni con
           l'ambasciatore giapponese Nomura, che erano state interrotte il23 luglio.

                Nel già ricordato colloquio con Cadogan del 9 agosto, Welles osser-
           vò  che  le  trattative con Tokio andavano  protratte "al fine  di  rinviare  un
           chiarimento,  se questo  era inevitabile, fino  al momento in cui tale chiarimento fosse



           (37)  Pastorelli, op.  cit.,  p.  444.
           (38)  Frus,  1941,  I,  pp.  822-23.
           (39)  A questo  scopo  in ottobre il Dipartimento alla  Guerra decise che era imperativo
                per la difesa  nazionale ottenere basi  nel Pacifico sulla  rotta aerea tra le  Hawaii e
                le  Filippine (cfr.  Frus,  1941,  l,  pp.  573-84).


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