Page 88 - L'Italia in Guerra. Il secondo anno 1941 - Cinquant'anni dopo l'entrata dell'Italia nella 2ª Guerra Mondiale: aspetti e problemi
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stato  dal nostro punto di  vista più propizio ...  il principale obiettivo,  nel Pacifico,
                per il momento doveva essere quello di evitare la guerra con  il Giappone"<4o>.  Gli
                inglesi auspicavano invece la costituzione di una ferma coalizione tra Gran
                Bretagna, Stati Uniti ed Olanda (Potenza belligerante con colonie nel sud-
                est asiatico) e l'invio al Giappone di un deciso monito per distoglierlo da
                atti  di  aggressione.
                     Il  17  agosto  l'ambasciatore Nomura propose un vertice tra Roose-
                velt ed il principe Konoye, primo ministro giapponese e capo della fazio-
                ne moderata.  Il  2  ottobre il governo americano  respinse la  proposta ed
                il 18 Konoye fu sostituito dal generale Tojo, favorevole alla guerra. Segui-
                rono ulteriori contatti diplomatici (senza che si arrivasse ad un accordo
                soprattutto a causa della  situazione cinese),  finché alla fine  di novembre
                apparve chiaro che il Giappone si  stava  preparando ad un attacco,  che
                si  pensava però diretto contro la Thailandia o le  Indie Olandesi. Roose-
                velt assicurò allora il "pieno appoggio degli Stati Uniti"  ad una garanzia bri-
                tannica alla Thailandia e l'intervento americano in caso di attacco ai pos-
                sedimenti inglesi o olandesi. Si era infine creato il fronte anglo-americano-
                olandese auspicato da Churchill. 116 dicembre (vigilia dell'attacco a Pearl
                Harbor) Roosevelt inviò un messaggio all'Imperatore Hirohito esprimen-
                do preoccupazione per i movimenti giapponesi. Se nessuna risposta fosse
                pervenuta, il giorno 9 dicembre il presidente, in un messaggio al Congres-
                so, avrebbe lanciato un monito contro ulteriori aggressioni giapponesi, pro-
                clamando il vitale  interesse degli Stati Uniti per l'Asia sud-orientale < 41>.

                     Vi è comunque ragione di credere che senza l'attacco giapponese a
                Pearl Harbor lo stato di guerra limitata e non dichiarata degli Stati Uniti
                sarebbe durato ancora a  lungo;  forse  gli  Stati Uniti  non avrebbero mai
                dichiarato guerra o forse  sarebbero entrati formalmente nel conflitto im-
                piegando  solo  la  marina  e l'aviazione <4 2>.
                     Washington riteneva un errore prendere una netta posizione cor1tro
                la Francia di Vichy e pertanto non aveva  messo  in discussione la  piena



                (40)  Ibi,  pp.  347-48.
                (41)  Sulle vicende relative al Giappone cfr.  H. Feis,  The Road to  Pearl Harbor,  Princeton
                     1971; G.M. Waller (ed.),  Pearl Harbor,  Roosevelt and the  Coming of the  War,  III ed.,
                    Lexington  (Mss.) - Toronto  1976;  Reynolds,  The  Creation ... , cit.,  cap.  9;  Bariè, op.
                    cit.,  pp.  280-85.
                (42)  Cfr. le  considerazioni di Reynolds,  The  Creation ... , cit.,  pp. 218-20, 288; Kimball,
                    op.  cit.,  p.  230.


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