Page 91 - L'Italia in Guerra. Il secondo anno 1941 - Cinquant'anni dopo l'entrata dell'Italia nella 2ª Guerra Mondiale: aspetti e problemi
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peraltro riteneva che con il passaggio dalla guerra limitata alla guerra di-
            chiarata poco sarebbe cambiato: "Il signor Roosevelt,- scrisse il23 giugno
            ad Hitler  -  non  può,  anche  dichiarandoci formalmente  la guerra  - farci  un
            male  maggiore  di  quanto  non  ci  abbia fatto  sin  qui" < 4 9>.  Anche  il re  Vittorio
            Emanuele III pensava che gli  Stati Uniti non avrebbero potuto "sbarcare
            in  Europa"  ed avrebbero  dovuto "limitarsi ad aiutare l'Inghilterra" < 50>.  Sia
            al Re che al Duce l'attacco di Pearl Harbor sembrò portare un chiarimen-
            to  opportuno (5l)_
                 Nel momento in cui l'Italia dichiarava guerra agli Stati Uniti, questi
            posero le  basi per la loro futura politica verso il nostro paese < 52 ).  Fu in-
            fatti  recapitato all'ambasciatore italiano,  che tornava in patria via  nave,
            un messaggio del Dipartimento di Stato nel quale si affermava tra l'altro:
            "1) Gli Stati Uniti guardano alla nazione italiana in una luce completamente di-
            versa rispetto al Reich tedesco.  2)  Questo paese non ha controversie con il popolo ita-
            liano che noi consideriamo essere stato condotto alla guerra agli ordini della Germania.
            3)  In  questo paese  non  vi è alcun  esteso  risentimento  verso  l'Italia a paragone del
            risentimento  verso  la  Germania ed il Giappone.  4)  Quando  verrà  il momento per
            l'Italia di prendere le proprie decisioni il popolo italiano può contare su un benevolo
            ascolto  da parte  di  questo  paese ... " (53)_


            Guerra dichiarata
                 Con un solo  voto  contrario alla  Camera dei  Rappresentanti, 1'8  di-
            cembre il Congresso degli Stati Uniti approvò la proclamazione dello stato



            (49)  Mussolini a Hitler,  23-6-41, in DDI, nona serie, VII, n.  299; il Fuhrer era della stessa
                opinione, cfr. ibi, n.  288, p. 275; De Felice, op.cit., p. 397; Pastorelli, op.cit., p. 40.
            (50)  Borgongini Duca (Nunzio apostolico in Italia) al Cardinale Maglione,  31-12-40, in ADSS,
                IV,  n.  217.
            (51)  Cfr.  De Felice,  op.  cit.,  pp.  407-8,  Ciano,  op.  cit.,  8-12-41,  p.  564.
            (52)  Nel corso del  1941 Roosevelt non aveva del tutto abbandonato le  speranze di una
                pace separata dell'Italia, cfr. Mons.  Cicognani al Cardinale Maglione,  16-1-41, in ADSS,
                IV,  n.  235 (su un colloquio con Roosevelt) e le Notes du Cardinal Maglione,  11-9-41,
                ibi,  V,  n.  72  (su  un colloquio  con  Myron Taylor).
            (53)  Il  messaggio  era  destinato  "al Re  d'Italia e ad altri  importanti circoli  italiani"  e
                si riferiva chiaramente alla eventualità di una pace separata (pubbl. in E. Di Nolfo,
                Italia  e Stati  Uniti:  un'alleanza diseguale,  in  "Storia delle  Relazioni  Internazionali"
                a.  VI,  1990,  n.  l, pp.  3-4;  cfr.  Miller,  op.  cit.,  pp. 29-30, J.  L.  Harper,  L'America
                e la ricostruzione dell'Italia  1945-1948, tr. it., Bologna  1987, pp.  29-30).  Mussolini
                e Ciano furono  informati del messaggio in termini più generici (cfr.  l'Appunto  del
                capo di gabinetto, Lanza d'Ajeta, a Ciano,  23-5-42, in DDI nona serie, VIII, n.  559).


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