Page 83 - L'Italia in Guerra. Il secondo anno 1941 - Cinquant'anni dopo l'entrata dell'Italia nella 2ª Guerra Mondiale: aspetti e problemi
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sciatore a Mosca sostenevano invece nei confronti dell'URSS una linea di
           maggiore cautela e fermezza.  Churchill, dal canto suo, era in questo mo-
           mento decisamente favorevole ad accogliere l'URSS come alleato < 2 6)  ed a
           darle ogni possibile aiuto, salvo poi recriminare se la Gran Bretagna do-
           veva fare dei sacrifici a causa della diversa distribuzione delle esistenti ri-
           sorse.  Ancora una volta fu  una missione di Harry Hopkins,  che  si  recò
           a Mosca a fine  luglio,  a gettare le basi del programma di aiuti al nuovo
           arrivato  nella  coalizione antinazista.  Il 2  agosto  in uno scambio  di  note
           tra il sottosegretario Sumner W elles e l'ambasciatore sovietico a W ashington
           fu  espressa  la  decisione  del governo  americano  "di dare  tutta  l'assistenza
           possibile allo scopo di rafforzare l'Unione Sovietica nella sua lotta contro l'aggressio-
           ne  armata"< 2 7l:  era "il primo  accordo formale  stretto  tra  Stati  Uniti  e U.R.S.S.
           durante il conflitto" < 28 l.  Tra la fine di settembre e l'inizio di ottobre si svolse
           a Mosca una conferenza tripartita tra sovietici, inglesi ed americani (que-
           sti ultimi rappresentati rispettivamente da lord Beaverbrook e da Harri-
           man) al termine della quale fu deciso che fino a rutto il giugno 1942 l'URSS
           avrebbe ricevuto ogni mese 400 aerei e 500 carri armati (entrambi metà
           dalla Gran Bretagna e metà dagli Stati Uniti), nonché, nell'intero periodo,
           152 cannoni antiaerei, 1.256 cannoni anticarro, 5.000 jeep, rilevanti quan-
           tità di materie prime, manufatti e cibi. Questo era solo un primo elenco
           di merci,  al  quale  altri  sarebbero  seguiti < 2 9).  Roosevelt dette  ordine che
           l'imbarco dei prodotti destinati  all'URSS  avesse la  precedenza su  quelli
           da inviare a qualsiasi altro paese. "Fin da questo primo incontro tripartito, tut-
           tavia era  emerso  un fatto  che  avrebbe poi esercitato  un peso  notevole sulla solidità
           della coalizione antihitleriana: la mancanza di un effettivo spirito di collaborazione
           e di amicizia tra l'Unione Sovietica da una parte, gli Stati Uniti e la Gran Breta-
           gna  dall'altra,  che  andava  ben  oltre  le  differenze  di  regime  e di  mentalità" (30).


           (26)  Per questo la Gran Bretagna era pronta, a differenza dt:gli Stati Uniti, ad accettare
                l'annessione all'URSS degli Stati baltici (cfr. Foreign Relations ofthe United States (Frus),
                1941,  I,  pp.  760-61).
           (27)  Ibi,  pp.  815-16.
           (28)  Pastorelli,  op.  cit.,  p.  417.
           (29)  Cfr.  Frus,  1941,  I,  p.  841.
           (30)  Pastorelli, op.cit.,  p. 455; cfr. ibi, pp. 387-461 per le vicende dell'inizio degli aiuti
                all'URSS;  i  principali  documenti  sono  in  Frus,  1941,  I,  pp.  768-866.  Indicativa
                del residuo sospetto verso l'URSS esistente nel governo americano è la lettera con
                cui il segretario di Stato aggiunto Berle nel luglio  1941 invitò il direttore del FBI
                a mantenere una stretta sorveglianza sulle attività sovietiche ed in generale comuni-
                ste nel continente americano. Infatti "Considerazioni di opportunità avevano con-
                dotto  da  una  politica  russa  di  ostilità  verso  gli  Stati  Uniti ad  una  di  amicizia.
                Considerazioni similari possono ricondurre ad una politica di ostilità in qualunque
                momento  e forse  senza  preavviso"  (Berle  a Hoover,  10-7-41, ibi,  pp.  789-90).


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