Page 249 - L'Italia in Guerra. Il quarto anno 1943 - Cinquant’anni dopo l’entrata dell’Italia nella 2ª Guerra Mondiale: aspetti e problemi
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               fu  il  risultato di un accordo segreto tra Kesselring e il governo Badoglio
               che avrebbe barattato la  fuga  del Re  contro la  mancata  difesa  di  Roma.
               Soltanto così  potrebbe essere spiegata logicamente tutta la  serie di  negli-
               genze,  di omissioni e di  errori  di  cui è costellata la  storia della  mancata
               difesa di Roma.<l3)  Si  tratta di  una tesi allettante che ancora recentemen-
               te  -  anche  se  con  qualche  riserva  -  è stata  riproposta  da  Elena  Aga
                      4
               Rossi.0 )
                    Si tratta di una prova indiziaria che non si basa su alcuna documen-
               tazione  affidabile.
                    L'esistenza  di  un  tale  accordo  è molto  inverosimile e  praticamente
               da  escludere.  Un  ordine di  lasciare  passare  il  Re  e  il  governo  Badoglio
               avrebbe richiesto  la  complicità di  centinaia  di  persone,  e avrebbe certa-
               mente  rovinato la  carriera  di  Kesselring,  colpevole  di  aver  fatto  fuggire
               Badoglio,  l'uomo  più  odiato  da  Hitler  in  quel  momento.

                    Dopo l'annuncio dell'armistizio scattarono tutte le  misure per l' oc-
               cupazione del territorio italiano preparate minuziosamente nei mesi e nelle
               settimane precedenti. Ancora  una volta l'apparato bellico  tedesco  dimo-
               strò quell'efficienza e quella tempestività che per anni ne avevano fatto il
               terrore dell'Europa. Il crollo dell'Asse produsse "un grave choc psicologico".
               Si  trattava "non  solo  della  defezione  del principale alleato,  ma  del fallimento  di
               tutta  una politica".05)
                    La sera del 10 settembre Hitler rivolse al popolo tedesco un discorso
               nel quale espose con toni trionfalistici la storia segreta delle settimane pre-
               cedenti. "Il crollo dell'Italia era prevedibile da tempo, non perché gli italiani difet-
               tassero dei mezzi adatti ad una difesa più efficace o mancassero del necessario aiuto
               tedesco,  bensì per ... la mancanza di volontà di quegli elementi che ora hanno provo-
               cato la capitolazione a conclusione de/loro sistematico sabotaggio''.  Hitler espresse
               ancora una volta la  propria amicizia e la  propria ammirazione per Mus-
               solini, "il più grande figlio  del suolo italiano dalla caduta del mondo antico" .< 16 )


               (13)  R.  Zangrandi,  L'Italia  tradita.  8 settembre  1943,  Milano,  1971.
               (14)  E. Aga Rossi, Una nazione allo sbando. L'armistizio italiano del settembre 1943, Bologna,
                    1993. Idem, L'inganno reciproco.  L'armistizio tra l'Italia e gli anglo-americani del settembre
                    1943,  Roma,  1993.
               (15)  F. K. Deakin, Di e brutale Freundschaft. Hitler, Mussolini un d der  Untergang des italieni-
                   schen  Faschismus, Koln,  1962,  p.  605 .
               (16)  M. Domarus (a  cura di), Hitler,  Reden  und Proklamationen  1932-1945, vol.  2,  Wiirz-
                    burg  1963,  p.  2035-2039.








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