Page 255 - L'Italia in Guerra. Il quarto anno 1943 - Cinquant’anni dopo l’entrata dell’Italia nella 2ª Guerra Mondiale: aspetti e problemi
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               maestranze delle grandi industrie al  nord e al  centro:  chi non ricorda gli
               scioperi  di  Torino  del  marzo-aprile  1943  e  tutti gli  altri  attuati  via  via
               fino  all'agosto di quell'anno? Aveva profeticamente scritto Bottai nel suo
               Diario agli inizi di quell'anno: "Il 1943 sarà un anno decisivo per l'Italia,
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               l'anno  del  collaudo,  della  prova". <>
                    L'ordine del giorno approvato dal Gran Consiglio il  2 5 luglio  1943
               permise al Sovrano di esautorare Mussolini e porre fine al regime fascista,
               ma la guerra continua,  annunciò Badoglio e così  accadde:  la guerra conti-
               nuò con ancor maggiore violenza. Dopo il 25  luglio i bombardamenti de-
               gli anglo-americani divennero ancora più intensi e lo sbarco in Sicilia del
               10 luglio  e la  progressiva  occupazione dell'isola  portarono il  conflitto  a
               esser  combattuto  per la  prima volta  direttamente sul territorio  italiano.
               Ma anche dopo l'armistizio dell'8 settembre la guerra continuò, quella guer-
               ra che gli italiani del 1943 sperarono fosse prossima alla fine per ben due
               volte e per due volte ebbero cocenti delusioni, alle quali si aggiunse, a ma-
               no a mano che il tempo passava, la consapevolezza che i tempi si allunga-
               vano inesorabilmente con sempre maggiori distruzioni e perdite notevoli
               in termine di  vite umane,  non solo  militari,  ma  anche di  civili,  e che la
               partita  era  ormai  perduta.
                    Già fin dal 1940 l'Italia del nord, in particolare, aveva sperimentato
               gli  effetti  devastanti  dei  bombardamenti  nemici:  Torino  era  stata  bom-
               bardata per la  prima volta 1'11 giugno del  1940, poi era stata la volta di
               Genova,  poi Milano. Il centro storico di Venezia era stato evitato,  ma il
               Veneto  aveva  sperimentato l'offesa  aerea  nemica;  Napoli aveva  iniziato
               anch'essa a ricevere le prime bombe. Il porto di Taranto era già stato og-
               getto successivamente delle attenzioni distruttive dei  bombardieri anglo-
               americani. I successivi bombardamenti della  fine  del  1942 e soprattutto
               del  1943 fecero  però comprendere che  quelli  del  1940 e  1941  potevano
               essere considerati quasi solamente delle prove generali al confronto. Il gen-
               naio  del  1943  si  aprì  con  un  violento  bombardamento  su  Palermo:  "il
               7 gennaio apparecchi nemici giunsero improvvisamente su Palermo e lan-
               ciarono numerose bombe dirompenti, di medio e grosso calibro, colpendo
               la zona portuale e diversi quartieri popolari ... molti gli edifici danneggia-
                                                                  5
               ti,  tra  cui  la  caserma  della  legione  dei  Carabinieri":< > dieci  apparecchi


               (4)  G. Bottai, Diario.  1935-1944, a cura di Giordano Bruno Guerri, Milano,  1989, p. 349.
               (5)  Archivio Centrale dello Stato (ACS), Segreteria Particolare del Duce (SPD) Carteggio
                  Riservato 1922-1943 (CR), b. 174, f. 43: Relazioni sull'ordine pubblico nelle varie provin-
                  ce  e relazioni sullo  spirito delle  truppe, gennaio, febbraio, marzo  1943; e b.  175,  f.  44 per
                  le  stesse  Relazioni  del  periodo  aprile-giugno  1943.









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