Page 348 - L'Italia in Guerra. Il quarto anno 1943 - Cinquant’anni dopo l’entrata dell’Italia nella 2ª Guerra Mondiale: aspetti e problemi
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L'INDUSTRIA BELLICA ITALIANA DOPO L'OTTO SETTEMBRE 347
funzionale alle esigenze delle Forze Armate tedesche, con una produzione
di 43,8 milioni di tessuti militari e con 368 milioni di introiti per vendite
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all'estero, inclusi gli acquisti tedeschi. < l
La politica di Leyers, volta alla crescita della produzione industriale
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sfruttando la "mentalità speculatrice" <3l degli industriali, comportò in
più occasioni anche una difesa degli imprenditori accusati di connivenze
con il movimento partigiano e, al tempo stesso, il rafforzamento di quel
"partito dell'industria" - richiamiamo l'espressione usata da Bocca -
che aveva forti legami, fin da prima della guerra, con il mercato e gli am-
bienti economici e politici internazionali e che, almeno dalla fine del 1942,
non poteva illudersi sull'esito del conflitto.
In ogni caso, altrettante tappe dell'ulteriore allontanamento degli in-
dustriali dalla R.S.I. furono il decreto 12 novembre 1943, che stabiliva
una imposta straordinaria del 20 % sulle entrate dovute a contratti di guerra
e che venne prima modificato in senso restrittivo e poi svuotato, al pari
della socializzazione (sulla quale maggiormente si è soffermata la storia-
grafia), di significato pratico.
La scelta di non scegliere
Una ulteriore difficoltà per lo studio delle vicende dell'industria bel-
lica in questo periodo è rappresentata dalla difficoltà di ricostruire le scel-
te operate dalla classe dirigente industriale, a loro volta inserite in una
dinamica nella quale il punto di svolta può essere identificato, come si
è detto, con la fine del 1942, ma che ha per taluni aspetti origine nella
stessa decisione di entrare nel conflitto.<44)
La "scelta di non scegliere" appare allora come l'atteggiamento più
diffuso all'interno della grande borghesia industriale e finanziaria all'in-
(42) G . Roverato, Una casa industriale. I Marzotto, p. 367. Si vedano i dati relativi ai con-
tratti conclusi dalla Roges in M. Rieder, Zwischen Biindnis und Ausbeutung. Der deut-
sche Zugriff auf das nordita/ienische Wirtschaftspotentia/ 1943-1945, cit.
(43) Così V. Castronovo, Giovanni Agnelli, cit., p. 647.
(44) È stato osservato che "l'intervento in guerra riduce la coesione di quel sistema di
alleanze anche perché la ridiscussione che esso provoca degli equilibri precedenti
(la dittatura vista anzitutto come garante dell'ordine e delle gerarchie sociali inter-
ne) non è accompagnata dalla proposizione di una solida alternativa, ma solo dalla
sempre più aleatoria promessa di un 'futuro imperiale' ", M. Legnani, " Società in
guerra e forme della mobilitazione" . Stato degli studi e orientamento della ricerca
sull'Italia, L 'impegno. Rivista di storia contemporanea, 1993, n. l, p. 14.
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