Page 344 - L'Italia in Guerra. Il quarto anno 1943 - Cinquant’anni dopo l’entrata dell’Italia nella 2ª Guerra Mondiale: aspetti e problemi
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L'INDUSTRIA  BELLICA  ITALIANA  DOPO  L'OTTO SETTEMBRE             343

                   Dal punto di vista istituzionale, invece, si pervenne ad una svolta già
              dal 13 settembre, con la ricordata nomina di Speer a plenipotenziario per
              l'industria bellica  e,  da  parte  di  quest'ultimo,  del generale  Hans  Leyers
              come proprio incaricato,  che  sarebbe subito  divenuto,  non  consentendo
               reali  margini  di  manovra alle  autorità della  R.S.I., punto di  riferimento
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              principale degli  industriali italiani.<3 l  Uomo centrale nelle vicende della
              produzione industriale durante i "seicento giorni", Leyers dimostrò a più
               riprese di comportarsi in maniera pragmatica, avendo di mira il raggiun-
              gimento dell'aumento della produzione, piuttosto che ispirarsi a quella "vo-
              lontà  di  vendetta"  diffusa  nelle  Forze  Armate  tedesche  nei  confronti
               dell'Italia. Non a caso, secondo Moellhausen "qualsiasi persona, anche se
               nota  come attivo  antifascista  [ ... } affermante  che  la  capacità produttiva
              poteva essere aumentata, veniva da Leyers difesa e protetta", dal momen-
              to che egli  "cercava soprattutto di  far  aumentare con qualsiasi  mezzo la
               produzione,  ed  era  la  sola  cosa  che  lo  interessava" .<33)
                   Leyers  venne dunque posto al vertice di  una struttura, il Ruk-Stab,
               i cui dirigenti provenivano da imprese tedesche e avevano operato in pae-
               si  industrialmente sviluppati,  a  partire dalla  Francia e dalla  Cecoslovac-
               chia, allo scopo di  rendere i rispettivi apparati industriali funzionali allo
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               sforzo bellico tedesco.<3 l  Essi conoscevano dunque bene le  complesse con-


               (32)  Per il ruolo di crescente predominio all'interno dell'amministrazione svolto dal Ruk
                   e sulla figura di Leyers, si veda il più volte citato saggio di A.  Massignani; per quan-
                   to riguarda il contrasto di competenze tra i diversi enti tedeschi, si rimanda all'ana-
                   lisi  della  " policrazia"  tedesca  in  Italia  di  L.  Klinkhammer,  "Le strategie tedesche
                   di occupazione e la popolazione civile", in M.  Legnani, F.  Vendramini (a cura di),
                   Guerra di liberazione e guerra civile,  Milano, Angeli,  1990, oltre al citato recente volu-
                   me  dello  stesso  autore.
               (33)  E. F.  Moellhausen, La carta perdente. Memorie diplomatiche 26 luglio  1943-2 maggio  1945,
                   Roma,  Sestante,  1948.
                   Sugli interventi di Leyers si veda anche S. Setta, Profughi di lusso.  Industriali e manager
                   di Stato dal fascismo alla epurazione mancata, Milano, Angeli,  199 3 e, dello stesso auto-
                   re,  "Potere economico e repubblica sociale italiana", Storia contemporanea,  n. 2, 1977.
               (34)  M.  Rieder sottolinea che il  Ruk-Stab di Speer era formato  da esperti che avevano
                   operato in imprese tedesche del ramo cui erano assegnati in Italia, Aspetti economici
                   dell'occupazione  tedesca  in  Italia,  cit.  e  Zwischen  Biindnis  und Ausbeutung.  Der  deutsche
                   Zugriff auf das norditalienische Wirtschaftspotential 1943-1945, cit. Castronovo ricorda
                   che "la Fiat avrebbe dovuto adattarsi al regime già stabilito dai tedeschi sull'indu-
                   stria automobilistica nella Francia occupata: stretto controllo delle fabbriche,  rigo-
                   rosa disciplina sul lavoro, coordinamento della produzione alle esigenze dei comandi
                   militari germanici, sovrintendenza di tecnici tedeschi per altri aspetti della organiz-
                   zazione aziendale". Subito dopo, tuttavia, lo  storico sottolinea una circostanza che









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