Page 340 - L'Italia in Guerra. Il quarto anno 1943 - Cinquant’anni dopo l’entrata dell’Italia nella 2ª Guerra Mondiale: aspetti e problemi
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L'INDUSTRJA  BELLICA  ITALIANA  DOPO  L'OTTO  SETTEMBRE           339

              stria italiana attraverso acquisti in borsa di azioni delle nostre principali
              società.  Il  movimento borsistico  di  quegli  anni stava  appunto  rivelando
              un fenomeno  del genere:  si  verificavano acquisti vivaci  e rialzi  di azioni
              che trovavano spiegazione sia nella situazione politica generale che in quella
              economica  aziendale.  Questo metodo giocava  per tutte le  aziende le  cui
              azioni erano quotate sul mercato. Per le  aziende invece che non avevano
              azioni in vendita o la vendita era inadeguata alla conquista di una premi-
              nenza finanziaria si ricorreva ad altri mezzi:  quello per esempio di avoca-
              re tutta la produzione distraendola da altri mercati, di modo che in futuro
              era possibile, dopo aver necessariamente determinato la scomparsa del pro-
              dotto da tutti i mercati che non fossero quelli tedeschi, imporre condizio-
              ni  di  riscatto,  che  praticamente portavano all'assorbimento dell'azienda;
              3)  controllo  della  produzione attraverso le  provviste  di  materie prime e
              il  regolamento  delle  correnti  di  esportazione" .<2ll

                   Schreiber conferma l'importanza della  fornitura di beni alimentari,
                                                                  22
              tessuti e manufatti di diverso genere da parte dell'Italia,< l che, anche sotto
              questo profilo, affiancava la propria sorte a quella di altri paesi occupati
              e in particolare a  quella  della  Francia,  dove  si  era  formato  non soltanto
              Rudolf  Rahn,  ma  una  parte  considerevole  del  personale  destinato  a
              costituire la struttura degli uffici tedeschi funzionanti in Italia per l' orga-
              nizzazione  della  produzione bellica.  Un  personale  ispirato  nella  propria
              azione dalle direttive di Speer, il cui ministero dal 10 gennaio 1943 aveva
              avuto la delega per pianificare lo sfruttamento dei territori occupati e ave-
              va quindi iniziato a muoversi nella prospettiva di un coordinamento della
              produzione industriale  dei  diversi  paesi,  anche limitando  a  tale  scopo  i
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              prelevamenti indiscriminati di manodopera.< 3)  Tra le  prime misure del-
              le autorità tedesche vi furono, com'è noto, l'introduzione del marco di oc-
              cupazione (ritirato a fine  ottobre) e la svalutazione della lira rispetto alla



              (21)  M.  Bardi,  Nuovi  documenti  sugli interventi  tedeschi  nell'industria  italiana  tra  il 1943  e
                  il 1945,  cit.,  p.  77-78.
              (22)  Le  asportazioni di beni agricoli e industriali e di  impianti rappresentano uno dei
                  temi più sottolineati dell'occupazione tedesca e possono ora essere ricostruite sulla
                  base  del  fondamentale  studio  di  G.  Schreiber,  l  militari italiani internati  nei  campi
                  di concentramento  del  Terzo  Reich,  cit.,  oltre  che  di  alcuni  dei  saggi  sopra  citati.
              (23)  Cfr.  A.  Massignani,  8 settembre  1943.  Il Terzo  Reich  e l'industria italiana,  cit.  e A. S.
                  Milward, The New Order and the French  Economy, cit.; M. Rieder, Aspetti economici del-
                  l'occupazione  tedesca  in  Italia,  cit.,  parla  esplicitamente  di  sistematica  integrazione,
                  dopo 1'8  settembre,  dell'Italia  nell'economia  tedesca.








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