Page 350 - L'Italia in Guerra. Il quarto anno 1943 - Cinquant’anni dopo l’entrata dell’Italia nella 2ª Guerra Mondiale: aspetti e problemi
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L'INDUSTRJA BELLICA ITALIANA DOPO L'OTTO SETTEMBRE 349
vicinamento di Rocca ai comunisti con la resistenza. Per entrambi i grup-
pi, si può ipotizzare, fin dall'immediato periodo successivo all'armistizio
il punto di riferimento divenne l'assetto postbellico, cioè la preservazione
del proprio ruolo in un diverso contesto politico; e in questo senso a p-
paiono marginali le differenze all'interno del "partito dell'industria", re-
stando l'ambiguità l'atteggiamento in larga misura dominante subito dopo
l'armistizio. Perseguire tale obiettivo comportò, in ogni caso, entrare al-
meno in parte in contraddizione con le proprie convinzioni - si pensi
al nazionalismo di Rocca, elemento forse non secondario nel portarlo a
scegliere l'avvicinamento alla controparte nazionale, i comunisti- e arri-
vare infine a condizioni molto diverse. Per restare a due tra i maggiori
esponenti dell'industria citati, V alletta restò alla guida dell'azienda nella
quale aveva operato fin dal 1920, a differenza di Rocca che terminò la
sua carriera di dirigente dell'industria pubblica. La capacità di Rocca di
ricominciare in un contesto non facile, l'Argentina, portando la Techint
al successo, può forse far riflettere sulla perdita per l'industria italiana di
un personaggio dalle non comuni capacità. Tuttavia al nostro paese rima-
se Valletta, che, se solo ne avesse avuto l'occasione, avrebbe potuto sicura-
mente fare di meglio del suo concorrente.
segue nota
stria italiana e sullo Stato fascista come sistema di 'feudi', si vedano anche le osser-
vazioni di G. Rochat, "La strategia italiana del1940", in Studipiacentini, n. 7, 1991,
nonché quelle di G. Perona che identifica rispetto alla guerra " due possibili scel-
teimprenditoriali: lo sviluppo attraverso la produzione bellica, ma subordinata a
esigenze industriali autonome dalle decisioni politiche, oppure lo sviluppo attra-
verso la guerra, che portasse le industrie ad assumere come propri gli obiettivi fina-
li della politica fascista. Solo da questo punto di vista ci sembra si possa superare
la discussione relativa agli atteggiamenti politici soggettivi degli imprenditori" , Ri-
percussioni sociali ed economiche, cit., p. 158; l'autore sottolinea poi la centralità della
prospettiva della riconversione "ben prima del luglio 1943" (p. 163).
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