Page 466 - L'Italia in Guerra. Il quarto anno 1943 - Cinquant’anni dopo l’entrata dell’Italia nella 2ª Guerra Mondiale: aspetti e problemi
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LA COBELLIGERANZA: ASPETII DIPLOMATICI DELL'A TIIVIT À MILITARE 463
in linea di principio su questa proposta, il generale Castellano avrebbe
immediatamente fornito dettagliate informazioni circa la disposizione delle
truppe tedesche ... ».Ol
E questo resoconto corrisponde a quanto Castellano scrive nella sua
relazione in forma sintetica e più estesamente nelle memorie. In sostanza,
l'Italia chiede di cambiare campo alla condizione d'essere aiutata a farlo.
Per quanto attiene al seguito della vicenda è opportuno precisare che il
progetto di cambiare campo non nasce nella mente di Castellano, come
egli scrive anche nella relazione, ma è frutto di una decisione politica di
Badoglio e del Re, sulla quale non c'è invece consenso da parte di Gua-
riglia.<6l
Il generale Castellano si esprimerà con uguale chiarezza il 19 agosto
a Lisbona con il gen. Smith che gli presentava lo schema dell'armistizio
breve. «Il generale Castellano spiegÒ», dice il resoconto di Smith, «che c'e-
ra stato un fraintendimento dello scopo della sua visita, poiché egli era
venuto a discutere la questione del come l'Italia poteva arrivare ad unirsi
alle Nazioni Unite contro la Germania allo scopo di espellere i tedeschi
dall'Italia in collaborazione con gli Alleati».m Questa conferma dell'og-
getto della sua missione è tuttavia irrilevante ai fini del nostro assunto perché
solo quanto disse a Madrid fu immesso nel processo decisionale. E a Ma-
drid Castellano disse anche un'altra cosa. Sir Samuel, conoscendo l'orien-
tamento del suo governo, dopo aver ascoltato la proposta di Castellano,
gli chiese: «Che cosa farebbe il governo italiano in risposta ad una richie-
sta alleata di resa incondizionata»? E Castellano rispose: «Non siamo in
grado di porre condizioni (to make any terms). Accetteremo la resa incon-
dizionata a patto che possiamo unirei agli Alleati nel combattere i tede-
schi».<8l E questo il resoconto di Castellano non lo dice, mentre è cosa di
grande importanza perché incanalava la proposta italiana di cambiamento
(5) Telegr. Hoare, 15 agosto 1943, n. 1404, in Foreign Relations of the United States, 1943:
The Conferences at W ashington and Quebec, Washington, U nited States Government Prin-
ting Office, 1970, p. 589-590; ed anche Sir Llewellyn Woodward, British Foreign Po-
licy in the Second World W ar, vol. II, London, Her Majesty' s Stationery Office, 1971,
p . 485; Sir Samuel Hoare, Ambassador on Special Mission, London, Collins, 1946, p .
212- 215, dove fornisce una versione diversa da quella riferita al suo governo.
(6) Annotazioni di Ambrosio al D. di nota 4; Guariglia a Badoglio, 28 agosto 1943,
in D.D.l. , serie nona, vol. X, D . 725; relazioni di Lanza d'Ajeta e di Berio, ivi, DD.
Al e A2.
(7) In FRUS 1943, Conferences, p. 1071; D.D.I., serie nona, vol. X, D . 681.
(8) Telegr. Hoare citato alla nota 5.
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