Page 471 - L'Italia in Guerra. Il quarto anno 1943 - Cinquant’anni dopo l’entrata dell’Italia nella 2ª Guerra Mondiale: aspetti e problemi
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468 PIETRO PASTORELLI
l'obiettivo del cambiamento di fronte, naturalmente a condizione d'essere
aiutati. La decisione fu di condensare le osservazioni di Guariglia in un bre-
ve appunto e Badoglio scrisse di suo pugno queste istruzioni per Castellano:
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«l Riferirsi all'appunto. 2 ° Per non essere sopraffatti prima che gli inglesi
possano far sentire la loro azione, noi non possiamo dichiarare accettazione
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armistizio se non a sbarchi avvenuti di almeno quindici divisioni ... ».< l
Castellano eseguì fedelmente queste istruzioni il 31 agosto a Cassibi-
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le come risulta dal verbale che il brigadiere Strong stese sull'incontro.<ll
Esse tuttavia non rispondevano all'unica domanda concreta posta al governo
italiano, e cioè se accettava o no l'armistizio militare. Il discorso di Castella-
no non venne pertanto ritenuto sufficiente e gli venne fissato un nuovo ter-
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mine per l'accettazione, la mezzanotte del l settembre. Al di là però di
questa rigidità, che rifletteva soprattutto la posizione britannica, le parole di
Castellano ebbero un effetto e fu quello di far decidere al Comando d'Algeri
una piccola ma significativa modifica dei suoi piani: impegnarsi a collabora-
re, con proprie forze, alla difesa della capitale che le truppe italiane avrebbe-
ro dovuto sostenere per la prevedi bile reazione tedesca all'armistizio. Era la
nota operazione Giant II, ossia l'impiego nella zona di Roma della 82 ° divi-
sione paracadutisti, che avrebbe dovuto essere lanciata ad est di Napoli,
operazione (in codice Giant II) cui s'era rinunziato per difficoltà nei rifor-
nimenti e che era quindi disponibile per una diversa utilizzazione.< 22 l
Il verbale di Strong dice che fu Castellano a fare la richiesta «di sbar-
care una divisione di paracadutisti la notte della dichiarazione dell'armi-
stizio vicino a Roma», e anche Castellano lo riferisce per menarne gran
vanto. Il resoconto di Eisenhower (redatto dal generale Smith) ai capi di
Stato Maggiore non lo specifica e dice: «Come risultato di quanto sopra
e di altre conversazioni del generale Smith con gli italiani, è apparso chia-
ro che il governo italiano non avrebbe trovato il coraggio di firmare e an-
nunziare l'armistizio se non fosse stato assicurato che le truppe alleate
sarebbero state lanciate nell'area di Roma per dare ad esso qualche garan-
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zia di protezione contro i tedeschi».<3l Infine, Murphy, nel suo resoconto
(20) Badoglio a Castellano, 30 agosto 1943, ivi, D. 729.
(21) Verbale Strong, 31 agosto 1943, ivi, D. 737.
(22) Quinland, op. cit., p. 258 e nota 271.
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(23) Eisenhower allo Stato Maggiore Combinato, l settembre 1943, n. W-8854/8954,
in FRUS 1943, Conferences, p. 1257-1259; ma anche Eisenhower allo Stato Maggiore
Combinato, l settembre 1943, n. W-8846/8919, ivi, p. 1259-1261, e Chandler,
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op. cit. , vol. II, p. 1375-1377.
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