Page 476 - L'Italia in Guerra. Il quarto anno 1943 - Cinquant’anni dopo l’entrata dell’Italia nella 2ª Guerra Mondiale: aspetti e problemi
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LA COBELLIGERANZA: ASPETTI DIPLOM ATICI  DELL'ATTIVITÀ M ILITARE   473

               mania, al presente governo italiano sarà permesso di continuare ad essere
               il governo dell'Italia e, come tale, sarà trattato come un cobelligerante nella
               guerra contro la  Germania ...  5.  Incoraggiate, in tutti i modi possibili, il
               vigoroso impiego, sotto il vostro comando, delle forze armate italiane con-
               tro  la  Germania».<3B)  Prima di inoltrarlo  ad Eisenhower,  questo  dispac-
                                                                                  39
               cio fu inviato a Londra per ottenere il consenso del governo britannico.< )
               Questo, da parte sua, aveva già formulato una risposta alla proposta pro-
               veniente da Algeri.  E si  trattava  di  una risposta di  intonazione diversa.
               La proposta di Eisenhower partiva dalla constatazione che la collaborazio-
               ne offerta dall'Italia nella guerra contro la Germania, per quanto limitata
               potesse essere  sul  piano militare,  valeva  pur sempre qualcosa  e  doveva
               quindi essere accettata. Pagarla il prezzo dell'alleanza chiesto da Badoglio
               non era possibile per molte obiezioni d'ordine politico; il riconoscimento
               del fatto oggettivo d'essere cobelligerante rappresentava, con la sua vaghezza
               giuridica, una formula adeguata a eludere per il momento quelle obiezio-
               ni.  Ma nella sostanza, accettare la collaborazione italiana significava che
               l'Italia usciva dalla condizione di paese sconfitto e che si accettava il rove-
               sciamento  delle alleanze  esposto  dalla  missione  Castellano.  E questo  sul
               piano giuridico immediato comportava la  conseguenza  non solo  di  non
               imporre lo strumento di resa incondizionata ma anche di disapplicare quello
               del  3  settembre.
                    Questa conseguenza politica e giuridica non era accettabile per la mag-
               gioranza del gabinetto britannico poiché intaccava, o piuttosto stravolge-
               va,  il principio ispiratore della sua politica verso l'Italia,  consistente nel
               considerare un dato irrinunciabile la sconfitta del nemico che aveva sfida-
               to la Gran Bretagna. Quindi non si poteva rinunciare alla firma dello stru-
               mento di resa e doveva essere mantenuto anche l'armistizio militare. Ma
               il mantenere fermi questi punti implicava respingere la proposta di Eisen-
               hower, cosa questa cui il gabinetto di guerra non riteneva di poter giunge-
               re.  Così  il dispaccio,  stilato come risposta al  resoconto  della  missione a
               Brindisi che Macmillan aveva fatto  pervenire e che,  se avesse  incontrato
               il  consenso  del presidente  Roosevelt,  doveva  valere  come  istruzioni  per
               il  Comando d'Algeri,  nelle sue parti essenziali,  diceva:  «5. La  questione
               di dare al governo Badoglio uno status di alleato  non rientra  nel  nostro


               (38)  Nel documento  citato alla  nota  43.
               (39)  Roosevelt a  Churchill,  21 settembre  1943, in  Churchill, op.cit., p.  169;  Kimball,
                   op. cit. ,  p.  456.









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