Page 478 - L'Italia in Guerra. Il quarto anno 1943 - Cinquant’anni dopo l’entrata dell’Italia nella 2ª Guerra Mondiale: aspetti e problemi
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LA  COBELLIGERANZA: ASPETII  DIPLOMATICI  OELL'ATIIVITÀ  MILITARE   475

              guerra per un'assemblea costituente; e infine un'eventuale abdicazione del
               Re  in  favore  del  figlio  o  del  nipote.
                   Senonché, il 24 settembre Macmillan riferì al suo governo che Eisen-
               hower e i suoi collaboratori militari avevano considerato molto positiva-
               mente il «commento» britannico alle istruzioni del presidente e chiese se
               queste dovevano essere interpretate nel senso che lo strumento di resa do-
               vesse essere lasciato cadere.  E lo  chiedeva perché riteneva possibile otte-
               nere la firma di Badoglio entro pochi giorni mentre sarebbe stato difficile
               averla se fosse trascorso molto tempo.< 44 > Churchill trasmise subito a Roo-
               sevelt ciò  che  Macmillan  riteneva,  aggiungendo che la  firma  immediata
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              avrebbe risparmiato una quantità di noie più tardi.< 5>  Roosevelt istanta-
               neamente rispose: «Concordo con il vostro modo di pensare circa l'armi-
               stizio  lungo  se  la  firma  può essere  ottenuta  rapidamente».< 46 >
                   Attraverso queste  poche battute,  nel giro  di  poche ore,  tra  il  24 e
               il25 settembre, la situazione si rovesciò e prevalse il punto di vista britan-
               nico che, imponendo all'Italia la firma dello strumento definitivo di resa,
               toglieva  qualsiasi  possibilità di  effettivo  mutamento della  condizione di
               paese sconfitto;  respingeva  nella  sostanza  il  disegno  italiano  di  cambia-
               mento di fronte:  rendeva la  cobelligeranza un'espressione non solo vaga
               (com'era volutamente stata proposta per necessità politica) ma assoluta·
               mente priva  di  alcun  reale  significato  politico.

                   I motivi per cui l'impostazione britannica sia alla  fine  improvvisa-
               mente prevalsa non sono chiari. S'è detto che Churchill l'abbia spuntata
               perché, ottenendo il consenso di Stalin alla sua linea,  riuscì a mettere in
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               minoranza Roosevelt.< > È un'ipotesi. Se  ne potrebbe proporre un'altra,
               deducibile dal dispaccio di Macmillan: che a  mutare parere sia stato Ei-
               senhower. Ma c'è un'altra domanda: in base a quale elemento Macmillan
               poteva ritenere che Badoglio avrebbe firmato entro pochi giòrni. Chi glie-
              lo  aveva detto,  trovandosi egli  in Nordafrica dal  l 7  settembre? Nulla si
               trova nella documentazione conosciuta che metta in grado di dare risposte


               (44)  Il telegramma  di  Macmillan è  riferito  in W oodward,  op.  cit.,  p.  500.
               (45)  Churchill a Roosevelt, 24 settembre 1943, in Churchill, op.  cit., p. 172; FRUS 1943,
                   vol.  Il,  p.  376;  Kimball,  op.  cit.,  p.  462.
              (46)  Roosevelt a Churchill, 25 settembre 1943, in Churchill, op.cit., p. 172; FRUS 1943,
                   vol.  II,  p.  376;  Kimball,  op.  cit. ,  p.  463.
              (47)  M. Toscano, Dal 25 luglio a/1'8 settembre,  Firenze, Le  Monnier,  1966, p. 89-90; E.
                   Aga Rossi,  Una  nazione allo sbando:  L 'armistizio  italiano del settembre  1943,  Bologna,
                   Il  Mulino,  1993,  p.  138.









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