Page 479 - L'Italia in Guerra. Il quarto anno 1943 - Cinquant’anni dopo l’entrata dell’Italia nella 2ª Guerra Mondiale: aspetti e problemi
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               convincenti circa il motivo di questo repentino cambiamento di rotta. Si
               può solo supporre, sempre come ipotesi, che Eisenhower, resosi conto della
               vivacissima reazione negativa britannica alla sua proposta, manifestata in
               loco  dall'atteggiamento di tutti i comandanti britannici, da Alexander al-
               l'ammiraglio Cunningham, in tutto ciò che dipendeva da loro -  si veda
               ad esempio l'accordo di Taranto per l'impiego della flotta o il pratico ri-
               fiuto di riequipaggiare le unità terrestri -  abbia ritenuto prudente rinun-
               ziare a seguire una politica che,  non incontrando il consenso del partner
               britannico, e trattandosi per di più del settore dove esso aveva combattu-
               to per tre anni, non avrebbe potuto trovare pratica attuazione e sarebbe
               stata anche fonte di attrito tra i due alleati. E Macmillan, con l'opinione
               che Badoglio avrebbe firmato, maturata solo in base alla convinzione che
               i vincitori erano in grado, se volevano, di imporre qualsiasi cosa, lo aiutò
               a trovare una scusa per informare il presidente che era meglio cedere al-
               l'  opinione britannica.  Comunque sia,  il  27  settembre giunse  a  Brindisi
               il  generale Smith,  accompagnato da  Macmillan  e  Murphy e,  insieme  al
               capo della missione militare a Brindisi, consegnò a Badoglio il testo dello
               strumento di resa incondizionata che avrebbe dovuto firmare nell'ormai
               prossimo incontro con Eisenhower fissato  per il 29 settembre a  Malta, e
               gli fu pure comunicato il testo delle istruzioni ricevute da Eisenhower, os-
               sia l'impossibilità di fare l'alleanza richiesta, ma il riconoscimento dello sta-
               tus di cobelligerante a condizione che l'Italia dichiarasse guerra alla Ger-
               mania, e gli altri punti del programma «politico» per l'Italia.  Secondo il
               resoconto di Murphy, sul testo dello strumento di resa, Badoglio si riservò
               di dare una risposta il mattino seguente dopo aver sentito il Re; sulla co-
               belligeranza, Badoglio apparve soddisfatto «e non insistette inopportuna-
               mente sull'aspirazione d'essere considerato alleato in senso stretto».< 48 > Il
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               resoconto di Badoglio è alquanto diverso<9>  ed è anche credibile perché,
               procedendo alla pubblicazione dei documenti del periodo, ho potuto con-
               statare che le sue memorie sono carenti in precisione ma, quanto alla so-
               stanza,  presentano un grado  di  affidabilità  superiore  a  quella  media  di
               tal tipo di fonti.  Ebbene, Badoglio dice d'aver reagito con molta veemen-
               za alla presentazione della resa incondizionata, alla quale -  aggiungo -


               (48)  Appunto di Murphy sul colloquio con Badoglio, 27 settembre 1943, in Macmillan,
                   op. cit., p.  233-235.
               (49)  Badoglio, op. cit., p.  132-1 35; ma si veda anche Badoglio a Roosevelt e Churchill,
                   17 novembre 1943 (minuta originale), in D.D.l ., serie decima, vol. I, D . 76 allega-
                   to,  e  il  telegramma di  Eisenhower  citato  nella  nota  seguente.








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