Page 468 - L'Italia in Guerra. Il quarto anno 1943 - Cinquant’anni dopo l’entrata dell’Italia nella 2ª Guerra Mondiale: aspetti e problemi
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LA COBELLIGERANZA: ASPETTI DIPLOMATICI DELL'ATTIVITÀ MILITARE 465
a Quebec, con il suo parere negativo. Eden sottolineava che gli italiani
erano pronti, come aveva detto Castellano, ad accettare anche la resa incon-
dizionata. Quanto alla loro cooperazione, questa non sarebbe mancata senza
pagar prezzi (lo status di alleati) come si sarebbe dovuto fare accogliendo
la loro proposta. In conclusione, diceva Eden, «dobbiamo tenerci fermi
alla nostra politica presente di rifiutare di fare al governo italiano qualsia-
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si promessa o di entrare in negoziato con esso in cambio della resa».0 >
Ricevuto il dispaccio di Hoare e il commento di Eden, Churchill, che
era in attesa dell'arrivo di Roosevelt, glieli trasmise subito con le sue os-
servazioni. Di tutto il discorso fatto dall'inviato italiano, il primo mini-
stro britannico, sulla traccia di quanto aveva fatto Eden, sottolineava
particolarmente la frase detta da Castellano in risposta al quesito di Hoa-
re sulla resa incondizionata («Non siamo in grado di porre condizioni:
accetteremo la resa incondizionata a patto che possiamo unirei agli Allea-
ti nel combattere i tedeschi») e così proseguiva: «Noi da parte nostra non
possiamo trattare in nessun modo sul cambiamento di fronte dell'Italia,
né possiamo fare piani in comune in questa fase. Se tuttavia dovessero
prodursi seri scontri tra l'esercito italiano e l'invasore tedesco si verrebbe
a creare una situazione nuova ... Il governo italiano dovrebbe resistere ai
tedeschi al meglio delle sue capacità quanto prima possibile, in attesa del-
l'arrivo delle truppe anglo-americane». Enumerati alcuni atti di sabotag-
gio effettuabili, aggiungeva: «Un'azione effettiva di questo genere sarebbe
considerata dagli Alleati vittoriosi come un segnalato servizio e renderebbe
possibile un'ulteriore cooperazione contro il nemico comune», per con-
cludere: «Così conducendo azioni ostili contro il nemico comune, il Go-
verno, l'esercito e il popolo italiano potrebbero senza alcuna trattativa
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facilitare un più amichevole rapporto con le Nazioni Unite>>.0 >
Rispetto alla posizione di Eden, ch'era poi quella del gabinetto di guer-
ra, c'era una sola differenza: che il primo ministro considerava opportu-
no utilizzare la proposta italiana a fini militari. Sul rifiuto di qualsiasi
trattativa il giudizio era invece perfettamente concordante. A differenza
delle volte precedenti (missioni d' Ajeta e Berio) della proposta italiana fu
ora informato anche il Comando d'Algeri ed Eisenhower non mancò di
(13) Eden a Churchill, 16 agosto 1943, in FRUS 1943, Conferences, p. 591 e Kimball,
op. cit., p. 425-426.
(14) Churchill a Roosevelt, 16 agosto 1943, in W. Churchill, The Second World War, vol.
V: Closing the Ring, London, Cassell, 1952, p. 92-93; FRUS, 1943, Conferences, p.
588-589; Kimball, op. cit., p. 423-424.
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