Page 467 - L'Italia in Guerra. Il quarto anno 1943 - Cinquant’anni dopo l’entrata dell’Italia nella 2ª Guerra Mondiale: aspetti e problemi
P. 467
464 PIETRO PASTORELLI
di fronte in una direzione diversa. Occorre infatti precisare ora che in campo
alleato non c'era un orientamento uniforme per il caso Italia. La docu-
mentazione in proposito è esaminata molto correttamente dal Wood-
ward <9l al quale quindi è opportuno rifarsi. In sostanza ci sono tre distinti
indirizzi: quello dei britannici che sono fermi sul principio della resa in-
condizionata e sulla conseguente amministrazione delle zone liberate da
parte alleata; quello degli americani che sono anch'essi, in principio, per
la resa incondizionata, ma che, circa l'amministrazione, sono esitanti ad
accettare la posizione britannica per non accollarsi un rilevante onere am-
ministrativo; infine quello del Comando d'Algeri, cioè di Eisenhower che
emerge quando, il 16 luglio, gli Stati Maggiori combinati decidono (su
direttiva politica) di proseguire le operazioni militari in Italia, conclusa
l'occupazione della Sicilia, con due sbarchi, in Calabria passando lo Stret-
to di Messina e a Salerno, allo scopo di occupare l'Italia meridionale e
centrale. Queste operazioni, è bene precisare, dovevano essere effettuate
con le forze disponibili, senza cioè intaccare quanto era destinato all'Over-
lord. Dopo la caduta di Mussolini, avendo a disposizione forze limitate,
Eisenhower pensò subito di sfruttare la situazione politica per mettere gli
italiani fuori combattimento: offrire loro un armistizio onorevole su base
solo militare, e stilò il testo dei primi undici articoli di quel documento
noto come armistizio breve, o militare.
Questa era la situazione al momento della proposta di Castellano. Va
però aggiunto che al vago discorso fatto da Berio a Tangeri, il 5 agosto,< 10 l
Churchill e Roosevelt concordarono di rispondere, l' 11 agosto: «Badoglio
deve comprendere che non possiamo negoziare ma chiediamo la resa in-
condizionata e ciò significa che il governo italiano dovrebbe mettersi nelle
mani dei governi alleati, i quali fisseranno poi le loro condizioni. Queste
prevederanno una capitolazione onorevole».Oll Ma questa risposta non era
2
ancora giunta a Roma- arrivò il 14 agosto0 l- quando Castellano era
già partito per la sua missione. Ma non ne informarono Eisenhower.
Ricevuto il resoconto di Hoare, Eden lo trasmise a Churchill, che si trovava
(9) Op.cit., p. 461-485. L'argomento è stato poi sviluppato più ampiamente da B. Ar-
cidiacono, Le «précédent italien» et les origines de la guerre froide, Bruxelles, Bruylant, 1984.
(10) Telegr. Watkinson, 6 agosto 1943, in FRUS 1943, Conferences, p. 566-567.
(11) Churchill a Roosevelt, 11 agosto 1943, ivi, p. 5 78 e Churchill and Roosevelt: The Com-
plete Correspondence, vol. II: Alliance Forged, edited with commentary by W. F. Kim-
ball, Princeton, Princeton University Press, 1984, p. 384.
(12) Relazione Berio in D.D.l., serie nona, vol. X, D. A3.
I-VOLUME-quarto-anno-1994.indd 464 03/03/16 17:08