Page 470 - L'Italia in Guerra. Il quarto anno 1943 - Cinquant’anni dopo l’entrata dell’Italia nella 2ª Guerra Mondiale: aspetti e problemi
P. 470
LA COBELLIGERANZA: ASPETII DIPLOMATICI DELL'ATIIVITÀ MILITARE 467
generale, dalla dichiarazione di Casablanca sulla resa incondizionata dei ne-
mici delle Nazioni Unite alla determinazione dei britannici d'ottenere a
qualunque prezzo la registrazione della sconfitta di uno dei paesi che li aveva
sfidati. Sono motivi validi e di per sé sufficienti. Non manca però di colpire
quanto sia stata sottolineata la frase di Castellano sulla disponibilità alla resa,
un'ammissione che di per sé incrinava fortemente la proposta di cui era lato-
re costituendo probabilmente l'argomento in base al quale i britannici evita-
rono qualsiasi approfondita discussione sul merito dell'offerta italiana.
Si comprende lo stupore di Castellano quando, all'inizio dell'incon-
tro a Lisbona, la sera del19 agosto, si sentÌ tradurre dall'interprete le frasi
con cui il generale Smith accompagnò la consegna del testo dell'armistizio
militare e della «dichiarazione di Quebec>>, senza che egli avesse potuto
esporre, o meglio far esporre dall'interprete, la proposta di cui era latore.
Una risposta che lo sorprendeva perché gli giungeva prima d'aver formu-
lato la domanda, avendo egli considerato la chiacchierata con Hoare solo
come una presa di contatto preliminare di carattere amichevole con un
personaggio politico (era stato più volte ministro) che conosceva l'Italia
verso la quale era accreditato di un'opinione positiva e con il quale oltre-
tutto poteva parlare direttamente (Hoare conosceva l'italiano). E non mancò,
come si è su riportato, di manifestare il suo stupore.
Quando finalmente Castellano giunse a Roma dovette certo trasmet-
tere i due documenti ricevuti e forse anche riferire la strana vicenda che
gli era occorsa. Su quanto accadde a Roma tra il 27 e il 30 agosto abbia-
mo due soli documenti attendibili (un appunto di Guariglia e un appunto
informale di Badoglio): i molti resoconti che ci sono risultano tutti incom-
pleti, reticenti o distorti. Quel che abbiamo tuttavia basta per dire che
si prese atto che la proposta italiana era stata comunque respinta e che
si doveva decidere in breve tempo intorno alla resa militare. Guariglia,
il cui approccio alla situazione s'era manifestato con le istruzioni che ave-
va dato a Lanza d' Ajeta e Ber io di fare sapere ai britannici che l'Italia
era in condizioni difficili per la presenza dei tedeschi, che quando avesse
potuto avrebbe deciso di staccarsi da loro, che intanto non la bombardas-
sero, insomma parole senza alcuna proposta, e che non era stato consulta-
to per la missione Castellano, era per non fare nulla: «la nostra linea di
condotta>>, scriveva a conclusione di un lungo e discretamente contorto
appunto, «non può essere che quella di una estrema e guardinga pruden-
za>>.<t9) Badoglio è invece per l'accettazione come passaggio obbligato verso
(19) Guariglia a Badoglio, 28 agosto 1943, in D.D.I., serie nona, vol. X, D. 725.
I-VOLUME-quarto-anno-1994.indd 467 03/03/16 17:08