Page 307 - L'Italia in Guerra. Il quinto anno 1944 - L’Italia nella 2ª Guerra Mondiale: aspetti e problemi. (1944-1994)
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               fuoco, ha, alle sue spalle, cinque, sei, sette, otto o più uomini che lavorano
               per lui. Alcuni di questi in posizione decisamente arretrata, altri nelle im-
               mediate retrovie, spesso al proprio fianco.  Questi soldati fanno parte del-
               le  formazioni  Ìogistiche  di  ogni  livello,  quelle  che  consentono  alle  unità
               combattenti di vivere, muovere e combattere. Senza la logistica non si com-
               batte. Nulla possono fare le unità in linea senza le unità ausiliarie, logisti-
               che.  La  guerra  non  si  fa  senza  la  logistica  che  è,  e  sarà  sempre la  serva
               padrona  del  campo  di  battaglia.

                   Il generale Truscott,  comandante la  sa  Armata  americana  dirà  nel
               suo encomio scritto che la  210a Divisione ha contribuito incommensura-
               bilmente (immensurably)  al successo della sa  Armata.<l3l Il ministro Casati
               dice  delle  salmerie  nel suo  ordine  del  giorno,  che  il  loro  contributo alla
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               vittoria  è pari  a  quello  delle  truppe  combattenti.0 l
                   Riconoscimento altrettanto esplicito è dato dal Capo di Stato Mag-
               giore  Generale,  Maresciallo  Messe.
                   Dobbiamo essere convinti che il contributo italiano nella Campagna
               d'Italia alle Nazioni Unite nel quadro della cobelligeranza, ha avuto il suo
               peso, sia dal punto di vista operativo che dal punto di vista logistico. Tra
               Regio  Esercito,  Regia  Marina  e Regia  Aeronautica,  all'inizio  del  194S  è
               impiegato un complesso di 400 000 uomini. Pari ad un ottavo delle forze
               combattenti del XV Gruppo di  Armate e ad un quarto  della  forza  com-
               plessiva  dello  stesso.  Il  contingente  italiano  era,  come  forza,  il  secondo,


               (13)  La  motivazione  dell'encomio  recita  così:  "La  210a Divisione  Italiana per  la  durata
                   della  Campagna  d'Italia,  a partire dal 25  dicembre  1943,  ha superato  ostacoli di  terreno,
                   eccezionali avversità atmosferiche ed ogni altra difficoltà presentatasi, e si è distinta per l' esem-
                   plare adempimento di ogni incarico che le fu affidato in appoggio alle operazioni di combatti-
                   mento  della  5a Armata. La sua  opera  ha  contribuito  incommensurabilmente al successo
                   della  Sua  Armata ed è degna  della  più alta  lode".  L.K.  Truscott Jr.  tenente generale
                   dell'esercito  degli  USA,  Comandante  la  5•  Armata.
               (14)  Ministero  della  Guerra.  Gabinetto- n.  106840/1  136.1.,116- P.M.  151  del  20
                   novembre  1944.
                   Ordine del  giorno.  OggettO: "Unità  Salmerie" .
                   "Le unità  salmerie, operanti  in fraterna  collaborazione  con  le  truppe  alleate, hanno  dato ...
                   validissimo contributo alle operazioni sul fronte italiano.  Nelle zone più impervie il/oro appor-
                   to  è stato spesso  decisivo per il successo.  Reparti isolati all'inizio, le salmerie sono  ora falange
                   che con  i suoi diuturni sacrifici di sangue scrive pagina di puro eroismo. Fuoco  nemico, campi
                   minati, difficoltà  di  terreno  e rigore  di  elementi, nulla  le  arresta.  Silenziose  ed infaticabili
                   giungono  sempre alla meta;  aleggia in  esse  lo  spirito delle  nostre  truppe da  montagna. Il loro
                   contributo alla vittoria è pari a quello delle truppe combattenti e come tali esse vanno considera-
                   te insieme con tutti gli altri reparti ausiliari che collaborano con gli alleati sulle linee avanza-
                   te.  A  ufficiali  e truppe  vada  il mio  caldo  elogio" . (Il  Ministro  A.  Casati).








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