Page 31 - L'Italia in Guerra. Il quinto anno 1944 - L’Italia nella 2ª Guerra Mondiale: aspetti e problemi. (1944-1994)
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LA  GUERRA:  IL  SECONDO  FRONTE                                   31

               fronte se ne aprì un altro per gli occidentali, quello dell'avanzata sovietica
               verso il cuore dell'Europa, e anche questo ha un momento di grande riso-
               nanza che occupa la seconda metà del  1944: il famoso accordo delle per-
               centuali  che  sarebbe  avvenuto  durante  la  visita  di  Churchill  a  Mosca
               nell'ottobre. Esso viene considerato spesso come la tipica manifestazione
               della politica di potenza dei grandi paesi europei che iniziano in quell' oc-
               casione  a  dividere  il  continente  in  due zone  di  influenza,  divisione  che
               sarebbe stata poi perfezionata a Y alta con la partecipazione di Roosevelt.
               Anche in questo caso, come per lo sbarco nei Balcani, si tratta di una in-
               terpretazione, largamente accreditata, che trova le sue radici nei tentativi
               di analisi, fatti nella fase acuta della guerra fredda, sui mutamenti di regi-
               me  avvenuti  nell'Europa  orientale,  ma  che  è altrettanto  infondata.
                    Il Resis, in un noto articolo del  1978, 01) ha ricostruito l'incontro in
               base alle carte dell'archivio britannico (dove effettivamente esiste il foglietto
               di  Churchill con le  percentuali), giungendo  alla  conclusione  che  solo  in
               generale si  può  parlare di  un'intesa  politica  su aree  di  interesse:  il  Mar
               Nero per l'Unione Sovietica,  il Mediterraneo orientale,  o  meglio  l'Egeo,
               per la Gran Bretagna. Ma del significato di quest'intesa poco si compren-
               de se non la si  riporta al secondo grande problema che caratterizzò la coa-
               lizione  antihitleriana:  quello  dei  cosiddetti  "scopi  di  guerra".

                    Detto in breve, mentre Gran Bretagna e Stati Uniti non avevano obiet-
               tivi territoriali, l'Unione Sovietica ne aveva, ed erano per di più costituiti
               da  quei  territori che  essa  era  riuscita  a  conquistare collaborando con la
               Germania hitleriana. Insomma Estonia, Lettonia, Lituania, pezzo di Polonia,
               Bucovina, Bessarabia: "il riconoscimento", come disse Stalin ad Eden il  18
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               dicembre 1941, "del diritto dell'U.R.S.S.  alle sue frontiere del  1941 ".0 )
                    Da parte loro, per uscire d'imbarazzo, i sovietici s'erano impegnati,
               il 30 luglio 1941, a riconoscere la ricostituzione di uno Stato polacco indi-
               pendente "entro i suoi confini etnici". Gli inglesi erano inclini ad accetta-
               re,  per non scoraggiare là  resistenza sovietica e per paura che l'U.R.S.S.
               potesse riappattumarsi con la Germania. Roosevelt fu  invece del tutto ne-
               gativo, poiché la richiesta sovietica era contraria alla Carta Atlantica che
               conteneva gli scopi di guerra degli occidentali. In ogni caso se  ne sarebbe
               potuto  parlare solo  dopo  la  vittoria,  alla  conferenza  della  pace.


               (11)  Albert Resis, "The Churchill-Stalin Secret 'Percentages' Agreement on the Balkans,
                    Moscow, October 1944", in The American Historical Review,  1978, n. 2, p. 368-387.
               (12)  Woodward, op.  cit., p.  233.









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