Page 313 - L'Italia in Guerra. Il quinto anno 1944 - L’Italia nella 2ª Guerra Mondiale: aspetti e problemi. (1944-1994)
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312 LILIANA PJCCIOTIO FARGION
(Ordnungspolizei - Orpo), dirette emanazioni della potente centrale gover-
nata da Heinrich Himmler. Il comando della Polizia di Sicurezza fu inse-
diato a Verona e posto sotto l'autorità di Wilhelm Harster, mentre nel
giro di una ventina di giorni tutta l'Italia centro-settentrionale fu coperta
da una fitta rete di piccoli comandi avanzati da esso dipendenti.
All'epoca dell'occupazione dell'Italia nel settemhre del 1943, la Ger-
mania nazista stava svolgendo a pieno ritmo il progetto di sterminare gli
ebrei d'Europa. Fin dall'ottobre del 1941 infatti un ordine firmato da
Himmler aveva prescritto che ogni emigrazione ebraica dai confini della
Germania e dai paesi sotto sua influenza fosse immediatamente sospesa
rendendo di fatto l'Europa una sorta di grande trappola dalla quale sareb-
be stato impossibile uscire.
Dopo aver consumato nel corso del 1941 l'assassinio di massa degli
ebrei dell'Unione Sovietica e dato l'avvio al genocidio in Polonia, nel1942
la Germania rivolse la sua attenzione alle comunità dell'Europa occidentale.
Il 20 gennaio del 1942 Reinhard Heydrich, Capo della Polizia di Si-
curezza e del SD indisse, su ordine di Himmler, una riunione per esporre
il piano di distruzione della popolazione ebraica e per discuterlo con i fun-
zionari del livello più alto dell'amministrazione.
I quattordici convenuti nella villa sul lago di Wansee alla periferia
di Berlino ascoltarono dalla viva voce di Heydrich stesso il bilancio della
politica antiebraica fino ad allora condotta, i successi, i fallimenti, i nuovi
progetti per il futuro.
Sul totale di undici milioni di ebrei europei presi in esame in una
dettagliata tabella sottoposta ai presenti, figuravano 58 000 italiani. Cifra
certamente comunicata dalle autorità italiane visto che era la stessa risul-
tante dal censimento speciale effettuato nel 1938 dal Ministero dell'Interno.
Durante la discussione, Heydrich considerò una ad una le possibili
reazioni dei vari paesi di fronte all'applicazione di una politica antiebrai-
ca e, quanto all'Italia, commise un errore di valutazione. Affermò infatti
che fosse opportuno un collegamento immediato e diretto con le nostre
autorità di polizia, senza la mediazione del Ministero degli Esteri tedesco,
ritenuta necessaria altrove, lasciando quindi intendere che in Italia il pro-
getto poteva Biventare subito operativo. A tale conclusione era stato evi-
dentemente indotto dal fatto che l'alleato italiano aveva da oltre tre anni
adottato una legislazione antiebraica; non immaginava dunque un'oppo-
sizione contro provvedimenti più radicali. Heydrich non tenne conto che
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