Page 318 - L'Italia in Guerra. Il quinto anno 1944 - L’Italia nella 2ª Guerra Mondiale: aspetti e problemi. (1944-1994)
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L'ANTISEMITISMO  ALL'OPERA                                        317

               del Teatro Marcello, poi condotti al Collegio Militare in via della Lungara
               e ammassati nelle  aule,  nei  corridoi,  nelle  palestre.  Erano in tutto  1259,
               per la maggioranza donne e bambini. Qui, lo stesso Dannecker, con l'aiu-
               to di un prigioniero bilingue, analizzò i casi di quanti potevano essere ri-
               lasciati perché non ebrei, perché coniugi o figli di matrimonio misto. Alla
               fine,  rimasero in sue mani 1022 persone. Il resoconto della razzia, firma-
               to da Kappler per competenza, menziona  15  persone di meno: la  discre-
               panza  con  il  numero  reale  ottenuto  dalle  ricerche  del  Centro  di
               Documentazione Ebraica Contemporanea di Milano (vedi Liliana Picciot-
               to  Fargion, l/libro della  memoria,  Mursia  1992), è indicativa della grande
               difficoltà di determinare il  numero esatto dei  deportati  non solo  in que-
               sto,  ma anche  nei  successivi  rastrellamenti.  Poteva  infatti  succedere  che
               i bambini ancora in fasce non fossero visti o non fossero, conteggiati. Una
               donna incinta, per esempio, dette alla luce,  in condizioni tragiche nei lo-
               cali del Collegio Militare, il suo bambino che non venne certo conteggiato
               tra i  partenti; una  donna che  al  suo  ritorno a  casa  non trovò  più la  sua
               famiglia, correndo pazzamente da un luogo all'altro della città alla sua ri-
               cerca  riuscì  più  tardi  a  congiungersi  ad  essa.
                   Il  18 ottobre i prigionieri stanchi e disperati,  furono  trasportati su
               autofurgoni a  uno scalo  ferroviario  secondario di  Roma e caricati su un
               convoglio  formato  da  diciotto  carri.

                   Per  la  prima volta  gli  ebrei  italiani  erano  sottoposti  al  progetto  di
               sterminio deciso  a  Wansee e già  operativo per gli  altri  paesi  occidentali
               dalla primavera precedente. Nell'ottobre del  1943 infatti 56 convogli ca-
               richi di ebrei erano già partiti dalla Francia e 13 dal Belgio. La destinazio-
               ne  di  tutti  era il  campo di  sterminio  di  Auschwitz  in Alta  Slesia  dove  il
               regime nazista aveva sistemato impianti per l'assassinio di massa, vieppiù
               sofisticati:  a  partire dal marzo del  1943 vi  erano entrati in funzione  dei
               grandi edifici  e comprendevano cameroni per asfissiare  i deportati,  con
               annessi crematori per bruciare i corpi delle migliaia di uccisi quotidiana-
               mente. Ad Auschwitz, la morte a ciclo continuo raggiunse una spaventosa
               scala industriale: si calcola che tra l'inizio del  1942 e l'autunno del  1944,
               quando Himmler ordinò la sospensione delle gassazioni, le vittime furono
               circa un milione. La  determinazione del loro numero è molto difficoltosa
               perché il procedimento di sterminio era messo in atto in maniera da non
              lasciare  nessuna  traccia:  i  convogli  carichi  di  famiglie  deportate  erano
               scaricati sulla rampa di arrivo (nei pressi del campo in un primo tempo
               e prolungata all'interno quando il ritmo frenetico degli arrivi lo  richiese),








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