Page 322 - L'Italia in Guerra. Il quinto anno 1944 - L’Italia nella 2ª Guerra Mondiale: aspetti e problemi. (1944-1994)
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L'ANTISEMITISMO ALL'OPERA 321
nei confronti dei metodi e delle finalità naziste. Funzionari di alto grado
fino a guardie semplici si adoperarono in questo senso, avvertendo telefo-
nicamente gli interessati dell'imminente arresto, distruggendo elenchi, ri-
tardando l'esecuzione degli arresti. È giusto e doveroso ricordare questi
episodi proprio perché costituiscono l'eccezione e non perché siano la re-
gola. Al contrario, gli organi dello Stato furono in quanto tali pesantemente
coinvolti nella persecuzione; il Ministero dell'Interno in primo luogo, ma
anche quelli della Cultura popolare, della Giustizia, delle Finanze, forse
anche quello dei Trasporti non sono esenti da responsabilità.
Nell'attesa che venisse allestito un grande campo di concentramento,
come prescritto dalla legge, ne furono istituiti di provvisori in edifici di
fortuna come scuole, collegi, castelli abbandonati. Se ne costituì una fitta
rete, di breve durata, ma ugualmente in grado di rifornire i tedeschi del
contingente sufficiente a formare un nuovo grande convoglio verso
Auschwitz-Birkenau, partito da Milano il 30 gennaio del 1944. I prigio-
nieri erano affluiti nel carcere di San Vittore dai campi provinciali di Cal-
vari di Chiavari, di Bagno a Ripoli, di Bagni di Lucca, di Tonezza del
Cimone, di Forlì ed altri.
La RSI scelse per istituire il grande e definitivo campo di concentra-
mento menzionato dalla legge un terreno agricolo nella frazione di Fosso-
li, a 5 km dalla cittadina di Carpi. Ciò in ragione della preesistenza di
un campo di prigionia per soldati nemici fatti prigionieri dall'Esercito ita-
liano nell'Africa settentrionale. Data la posizione geografica, costituiva un
comodo nodo ferroviario. L'ordine relativo fu impartito dalla prefettura
di Modena al Podestà di Carpi il 2 dicembre 1943.
Nel frattempo, a Berlino, nell'ambito dell'ufficio Eichmann, si valutava
la nuova situazione venutasi a creare in Italia dopo l'ordine del 30 no-
vembre di arrestare tutti gli ebrei e le possibilità che esso offriva "per un
lavoro più proficuo che per il passato relativamente alla questione ebraica''. Si de-
cise che le funzioni del "distaccamento operativo" di Dannecker erano
esaurite e che da allora in poi si sarebbe potuto affidare il compito di ar-
restare gli ebrei e deportarli ad un ufficio stabile che avrebbe sistematica-
mente collaborato con la polizia italiana.
Per la richiesta di stretta e sistematica collaborazione appunto alle
autorità italiane fu delegata la normale via diplomatica, cioè l'ambasciata
tedesca. L'ulteriore esecuzione della "soluzione finale" sarebbe stata affi-
data al nuovo funzionario addetto, Priedrich Bosshammer facente parte
dell'Ufficio Eichmann a Berlino, che sarebbe venuto in Italia in sostitu-
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