Page 325 - L'Italia in Guerra. Il quinto anno 1944 - L’Italia nella 2ª Guerra Mondiale: aspetti e problemi. (1944-1994)
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Auschwitz però continuò a ricevere ebrei italiani provenienti dal cam-
po di transito di Bolzano e dal luogo che fungeva da campo di transito
per le regioni nord-orientali dell'Italia chiamate Litorale Adriatico, il campo
della Risiera di San Sabba presso Trieste. L'ultimo convoglio arrivato ad
Auschwitz fu quello partito da Bolzano il 24 ottobre 1944. Con esso si
chiude la triste storia della deportazione degli ebrei dall'Italia verso lo ster-
minio, ma non si conclude la triste storia delle deportazioni poiché altre
ve ne furono e fino al tardo febbraio del 1945, dirette verso il campo di
concentramento di Ravensbrueck, geograficamente poste più lontano dal-
le linee di avanzata sovietica, rispetto a Auschwitz liberata il 27 gennaio
del 1945.
Parallelamente alle deportazioni da Fossoli e da Bolzano, come si è
detto, altre ne venivano organizzate dal Litorale Adriatico (Adriatisches
Kuestenland), annesso di fatto al Reich. Vi imperversava come Capo su-
premo della polizia e degli SS, Odilo Globocnik. Costui incaricò Christian
Wirth di sgominare il movimento partigiano, particolarmente attivo nella
zona, e di rastrellare e deportare gli ebrei locali, dopo averli depredati dei
loro beni. Data la necessità di disporre, anche in questo territorio, di un
campo di concentramento e di transito, la scelta cadde su una risiera in
disuso nel sobborgo triestino di San Sabba. Il campo aveva diverse fun-
zioni: di raccolta e transito per gli ebrei da deportare verso Auschwitz;
di deposito dei beni loro requisiti; di repressione e assassinio dei partigia-
ni, e, infine di transito per gli antifascisti da deportare verso i lager. Il
regime a San Sabba era dominato da violenze e punizioni gratuite. Sul
modello dei centri di sterminio polacchi, i due comandanti che vi si avvi-
cendarono, Gottlieb Hering e Josef Oberhauser, misero in atto degli as-
sassinii collettivi, usando soprattutto il colpo di mazza alla nuca. Le vittime
di San Sabba, per la maggioranza non ebraiche, sono calcolate molto ap-
prossimativamente in 1000-2000. Sicuramente il loro numero fu tale da
giustificare, verso marzo-aprile del 1944, la costruzione di un rudimenta-
le forno crematorio interno collegando canna fumaria con la base della
ciminiera già esistente.
Dal Litorale Adriatico partirono dodici convogli in direzione di Au-
schwitz, i primi tre dal carcere di Trieste, gli altri da San Sabba. Il bilan-
cio delle vittime ebraiche della regione è molto elevato: alla fine della guerra
mancavano all'appello oltre mille persone. Esse fanno parte del bilancio
totale della politica antiebraica messa in atto in Italia che è di 6764 de-
portati e di 303 morti in patria per eccidi, maltrattamenti e suicidi.
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