Page 327 - L'Italia in Guerra. Il quinto anno 1944 - L’Italia nella 2ª Guerra Mondiale: aspetti e problemi. (1944-1994)
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                    Occorre avere ben presente che il CLNAI fu un organo nel quale era-
               no  rappresentati cinque partiti di diversi ed anche opposti programmi e
               ideologie. La posizione ufficiale del CLNAI era quindi il frutto di un com-
               promesso tra varie posizioni. Su alcuni problemi l'unità era maggiore, su
               altri le  divergenze erano appena mascherate. È evidente che alcune delle
               critiche qui formulate verso la "diplomazia" del CLNAI vanno rivolte più
               a certe forze politiche che ad altre. Va altresì tenuto presente che i rappor-
               ti  con gli  anglo-americani  furono  pressoché monopolizzati  fino  alla  pri-
               mavera 1944 dal partito d'azione, che fece  assumere al CLNAI una linea
               di velleitaria intransigenza politico-militare assai sgradita agli alleati e quindi
               poco produttiva. Con la missione del CLNAI in Svizzera, svolta all'inizio
               di  aprile dal suo  presidente,  Alfredo  Pizzoni,  e la  quasi  contemporanea
               "svolta di Salerno", iniziò una fase di più costruttiva collaborazione, me-
               rito appunto in buona parte di Pizzoni, che comunque fu sempre piena-
               mente fedele  alla  "mistica del CLN", O>  sopravvalutando anzi alquanto il
               ruolo del CLNAI come suo presidente, e tenne sempre nel dovuto conto
               le  esigenze  dei  partiti di  sinistra.


               I  difficili  eo;ordi  dei rapporti con gli  anglo-americani
                    L'impostazione data  ai  rapporti  con gli  alleati  dal  CLN di  Milano
               (il futuro CLNAI) sul finire del  1943 ripeteva (talvolta aggravandoli, ta-
               laltra attenuandoli) i medesimi errori di fondo commessi dai partiti anti-
               fascisti del sud e dallo stesso governo Badoglio. lnnanzitutto la convinzione
               che le credenziali antifasciste fossero  sufficienti ad ottenere l'ascolto e la
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               benevolenza degli  anglo-americani.< > Nel caso  dei  rapporti  con francesi
               e jugoslavi era altrettanto errata la convinzione che la comune lotta contro
               il  nazi-fascismo potesse far  dimenticare,  non solo  come tattica tempora-
               nea, i problemi di nazionalità e di politica di potenza che il fascismo ave-
               va  esasperato ma  non creato.  Come  il  Re,  Badoglio,  i  capi  militari,  nei


               (3)  Il giudizio è di  E. Sogno,  ''La  missione del CLNAI al sud e gli  accordi  di Roma",
                  in AA.VV., La cobelligeranza italiana nella lotta di liberazione dell'Europa,  Roma  1986,
                  p. 421  (ripubblicato in E.  Sogno,  Fuga  da  Brindisi e altri saggi;  un'interpretazione del
                  secolo  XIX,  Cuneo  1990).
               (4)  "A/ contrario di  larga parte dell'antifascismo democratico  che ...  riteneva pressoché ovvio che,
                  caduto il fascismo,  le grandi democrazie ... avrebbero accolto a braccia aperte la pecorella smar-
                  rita che  i lupi avevano  costretto  ad abbandonare l'ovile della  libertà,  gli Alleati e in primis
                  gli  inglesi  erano  invece  convinti  che  l'Italia  dovesse  essere  adeguatamente punita ... "  (R.  de
                  Felice, Introduzione a A. Pizzoni, Alla Guida del CLNAI.  Memorie per i figli,  Torino
                  1993,  p.  XXV-XXVI).








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