Page 324 - L'Italia in Guerra. Il quinto anno 1944 - L’Italia nella 2ª Guerra Mondiale: aspetti e problemi. (1944-1994)
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L'ANTISEMITISMO  ALL'OPERA                                        323

               mento, la rassegnazione, l'angoscia per le prossime partenze. L'ignoto fa-
               ceva paura, anche se nessuno poteva avere l'esatta cognizione di quel che
               sarebbe accaduto di lì a  poco, un terribile angosciante viaggio in vagoni
               piombati  e,  alla  fine,  la  morte.

                    All'Ufficio  IVB4 a  Verona venivano comunicate le liste degli  ebrei
               arrestati, per lo più dalla polizia italiana, e annunciate le traduzioni a Fos-
               soli. Quando al campo veniva raggiunto il limite di capienza di 1000 per-
               sone, Bosshammer impartiva l'ordine per l'approntamento di un convoglio.
               Affrontava tutti i problemi connessi: la disponibilità dei treni, la compati-
               bilità con le esigenze belliche per le tabelle di marcia, l'ordinata operazio-
               ne di c<trico, la sorveglianza, il vettovagliamento. Non era facile organizzare
               la  "traduzione" in Polonia di un migliaio di persone per volta nel 1944.
                    Le liste dei deportati compilate sulla base della cartoteca dell'ufficio
               di Verona, erano redatte in 4  copie; una consegnata nelle mani del capo
               scorta del convoglio,  una destinata al  comando centrale di Verona,  una
               per l'amministrazione centrale dei  campi di concentramento con sede a
               Oranienburg in Germania, una per la sede centrale berlinese dell'ufficio
               IVB4  del  RSHA.

                    Friedrich Bosshammer organizzò tutte le partenze da Fossoli: cinque
               per Auschwitz-Birkenau, due per Bergen Belsen di ebrei libici, colà diret-
               ti  perché titolari  di  cittadinanza  inglese.
                    Alla fine del luglio del  1944 il fronte delle operazioni militari si era
               notevolmente avvicinato alla zona di Modena, i ponti sul fiume Po erano
               stati bombardati dagli alleati. Il Comando Centrale della Polizia di Sicu-
               rezza  decise allora di evacuare il  campo di transito di  Fossoli  verso una
               zona più sicura e posta geograficamente più a nord. Un nuovo campo venne
               istituito nei  pressi  di  Bolzano in una zona di  autorimesse abbandonate.
               Là fu trasferito il personale tedesco di Fossoli e i prigionieri politici, circa
               un centinaio. Viceversa, al momento della chiusura, gli ultimi ebrei furo-
               no tutti frettolosamente deportati il primo di agosto.  Furono trasportati
               con automezzi fino  al Po al di là del quale, in mancanza di ponti furono
               traghettati con barche.  La  loro partenza per Auschwitz avvenne diretta-
               mente alla  stazione ferroviaria  di Verona.  Con  questo ultimo  convoglio
               furono fatti partire anche gli ebrei considerati non deportabili (cioè protet-
               ti  dal fatto di essere figli  o coniugi di matrimonio misto).  Per essi alcuni
               vagoni  furono  staccati  oltre  confine e  diretti verso  campi  di  concentra-
               mento nel territorio del Reich, anziché il campo di sterminio di Auschwitz,
               Bosshammer, terminata con la liquidazione di Fossoli la sua opera di re-
               sponsabile  dell'azione  antiebraica  in  Italia,  passò  ad altro  servizio.








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