Page 329 - L'Italia in Guerra. Il quinto anno 1944 - L’Italia nella 2ª Guerra Mondiale: aspetti e problemi. (1944-1994)
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              estremismo  antimonarchico e per l'assenza  di  accenni  alla  lotta  contro  i
              tedeschi, a Londra furono in un primo tempo addirittura considerati non
              autentici,  bensì  un  prodotto  della  propaganda  occulta  nazi-fascista.m
                   A fine  dicembre il  CNL milanese protestò con gli  alleati  per il  loro
              appoggio al Re  ed a Badoglio,  ribadì che le  forze  della  resistenza  non in-
              tendevano  avere  rapporti con  il  "governo  di  Bari"  e avrebbero  fatto  di
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              tutto  per  rovesciarlo.< > Il  31  gennaio  1944  il  CNL  centrale  di  Roma
              (CCLN)  investì  il  CLN  di  Milano  dei  poteri  di  "governo  straordinario  del
              Nord'  con  una lettera  nella  quale  si  ribadiva  un concetto già  enunciato
              in precedenti documenti: "Solo un governo democratico potrà suscitare e organiz-
              zare le energie combattive del paese e assicurare la partecipazione efficace dell'Italia
              alla  guerra  non  come  cobelligerante  soltanto,  ma  come  alleata  delle  Nazioni
              Unite''. <9>
                   Sarebbe difficile concepire una serie di  prese di  posizione più con-
              trarie alla politica alleata in Italia. Gli anglo-americani consideravano l'I-
              talia Settentrionale zona di operazioni e come tale soggetta esclusivamente
              alla giurisdizione dei loro comandi militari; il governo e i comandi italiani
              non vi dovevano avere alcuna voce in capitolo. Londra e Washington non
              volevano  fosse  messa  in discussione la  legittimità del governo  Badoglio,
              firmatario  dell'armistizio,  non intendevano affatto  concedere all'Italia lo
              status di alleata e tale rifiuto non era dovuto al carattere non "democrati-
              co" del ministero del maresciallo ma agli intenti punitivi propri in primo
              luogo dei britannici. Tale spirito di  rivalsa  rafforzava le  ragioni militari,
              che portavano a non impiegare in misura consistente truppe italiane com-
              battenti. Se gli americani potevano avere simpatia per gli  antifascisti, gli
              inglesi ne diffidavano, pensando che nessuno avrebbe rischiato la vita per
              il "Conte" Sforza, mentre molti erano fedeli al giuramento al Re; Macmil-
              lan,  ministro  residente presso  il  Comando Supremo alleato  del  Mediter-
              raneo,  osservò che partiti antifascisti,  meno compromessi col regime del


              (7)  l  due documenti in Secchia-Frassati, op.  cit., p.  25-7;  per le  valutazioni  britanniche
                 cfr.  Orlando  a  Harrison,  26-10-43,  e  Richmond a  The  Regiona! Director,  ltalian  Region,
                  29-10-43, Public Record Office- Londra (PRO), Politica/ Warfare Executive Papers (FO
                  898),  26.  Ruggero  Orlando,  il  futuro  popolare  corrispondente  della  RAI  da  New
                  York negli  anni  '60  e  '70,  socialista,  lavorava  a  Londra  per  il  PWE.  Oltre ai  due
                  documenti del CLN, in quei giorni ne pervennero agli inglesi altri dello stesso tenore
                  a  nome  del  solo  partito  d'azione.
              (8)  Cfr. F. Catalano, Storia  del comitato  di liberazione  nazionale afta  Italia,  II  ediz.,  Milano
                  1975,  p.  106-7;  de  Leonardis,  op.  cit.,  p.  136.
              (9)  Cfr.  Catalano,  op. cit.,  p.  116.








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