Page 320 - L'Italia in Guerra. Il quinto anno 1944 - L’Italia nella 2ª Guerra Mondiale: aspetti e problemi. (1944-1994)
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L'ANTISEMITISMO  ALL'OPERA                                         319

              Il Papa nella sua qualità di pastore supremo  della  Chiesa  e vescovo  di  Roma  non
              potrà mostrarsi più discreto di loro ... ".  Weizsaecker, però non aveva nulla da
              temere, oltre ad una ferma  lettera di protesta al generale Stahel da parte
              di Monsignor Hudal, rettore della Chiesa tedesca a Roma, l'unica reazio-
              ne ufficiale fu  infatti uno sbiadito fondo su  "L'Osservatore romano" del
              25-26 ottobre. L'articolo conteneva accenni quanto mai vaghi alla depor-
              tazione degli ebrei romani, in maggioranza già assassinati due giorni pri-
              ma ad Auschwitz.  E  difatti l'ambasciatore,  il  28  ottobre poté inviare  al
              Ministro degli Esteri tedesco un tranquillizzante messaggio nel quale con
              cinismo  diceva:  "si può  ritenere  che  la  questione  spiacevole per  il buon  accordo
              tedesco-vaticano  sia  liquidata ... ''.
                   Dopo la  razzia,  gli  arresti a Roma continuarono pur se  in maniera
              meno  sistematica  e  repentina.
                   Il  distaccamento  operativo si  spostò  verso  Firenze,  entro la  fine  di
              novembre le  maggiori  città  del  nord  avevano  subito  "judenaktion".
                   Dannecker organizzò,  dopo  quello  da Roma  altri  due trasporti  per
              il convoglio partito il  19 novembre 1943, gli ebrei rastrellati furono por-
              tati dalle locali carceri alle stazioni ferroviarie, rispettivamente di Firenze
              e di Bologna; per il convoglio partito il 6 dicembre 1943, il carico avven-
              ne a Milano, Verona e Trieste. Per tutto il periodo in cui fu  lui a organiz-
              zare  i  carichi,  di  fatto  le  carceri  delle  grandi  città  funzionarono  come
              luoghi  di  transito  per  i  deportandi.
                   Alla  finè· di  dicembre egli  giunse con  i  suoi  uomini  a  Verona  dove
              terminò il  suo compito di organizzatore esperto della  "caccia all'ebreo".
               Compito cui fu peraltro nuovamente chiamato di lì a poco per continuare
              la  sua  carriera  omicida  in  Ungheria.
                   Torniamo ora alle vicende della neo fondata Repubblica Sociale Ita-
              liana tra settembre e dicembre del  1943; Roma  fu  tolta  a  Mussolini  che
              l'avrebbe voluta  come sua  capitale;  l'amministrazione fascista  fu  intera-
              mente  spostata  al  nord,  sulle  rive  del  lago  di  Garda,  secondo gli  ordini
               impartiti da Hitler al Plenipotenziario del Reich Rahn. La stessa ambascia-
              ta  tedesca  prese  stanza  al  nord  nelle  vicinanze  del  governo  fascista.

                   Fin dall'inizio fu  data  pubblicità al  progetto di un'Assemblea costi-
              tuente.  In  realtà,  ci  si  limitò  a  convocare a  Verona  per  il  14  novembre
              del  1943 i delegati delle organizzazioni del partito fascista  dell'Italia set-
              tentrionale chiamati ad approvare un manifesto politico già predisposto.
              Tale  manifesto,  detto  Carta  di  Verona,  fu  fatale  per gli  ebrei  che  erano








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