Page 316 - L'Italia in Guerra. Il quinto anno 1944 - L’Italia nella 2ª Guerra Mondiale: aspetti e problemi. (1944-1994)
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L'ANTISEMITISMO  ALL'OPERA                                        315

                    Più particolarmente, il  compito di affrontare e risolvere la  cosidetta
               questione ebraica fu in ogni paese occupato affidato alla Gestapo (Geheime
               Staatspolizei - Polizia segreta di Stato) una delle sezioni della RSHA, men-
               tre la  situazione italiana nel settembre del  1943  non era tale  da permet-
               tere  di  distogliere  la  polizia  dai  già  gravosi  compiti  di  controllo  e  di
               repressiOne.
                    Così,  nell'ambito  della  centrale  della  Gestapo  a  Berlino,  e  precisa-
               mente del suo ufficio IVB4, capeggiato da Adolf Eichmann, lo specialista
               delle deportazioni ebraiche da tutta l'Europa, fu  deciso di non appoggiar-
               si  alla  struttura di  Harster, almeno  per i  primi tempi,  ma di  eseguire le
               ricerche, gli arresti e le deportazioni degli ebrei tramite un'organizzazione
               volante, un gruppo di uomini fatti affluire appositamente in Italia e posti
               agli  ordini di  colui  che aveva già svolto  il  medesimo incarico in Francia
               l'anno  precedente,  Theo  Dannecker.

                    Il suo lavoro non lascia alcun dubbio sul carattere premeditato e si-
               stematico della persecuzione antiebraica nazista nei paesi dell'Europa oc-
               cidentale.
                    Secondo quanto si legge nella sua stessa relazione redatta il  l  luglio
                                                                             0
               del  1941  rivolta ai  suoi superiori del RSHA,  occorreva in occidente pre-
               cedere per gradi. Con segni di moderazione e tolleranza indurre gli ebrei
               a rivelarsi, schedarli, spingerli a riunirsi forzatamente sotto un loro orga-
               nismo rappresentativo, depredarli dei loro beni, provvedere all'emanazione
               di una legislazione antiebraica, predisporre un'adeguata propaganda atta
               ad  assuefare  l'opinione  pubblica  locale  all'antisemitismo.
                    Un a volta conclusa questa fase preparatoria e conseguiti i due obiet-
               tivi:  a)  tranquillizzare gli  ebrei e farli  uscire allo  scoperto, b)  rendere ac-
               cettabile all'opinione pubblica ciò che a prima vista poteva sembrare una
               mostruosità come i rastrellamenti di inermi famiglie,  si  poteva passare al-
               la  seconda fase,  quella del concentramento in  appositi campi di  transito
               e  della  deportazione  "verso l'Est".
                    Come è facilmente intuibile, in Italia la  fase  preparatoria menziona-
               ta da Dannecker fu  resa inutile dalla politica antiebraica praticata dal re-
               gime fascista  fin  dal  1938; superfluo dunque il  censimento,  superfluo  il
               condizionamento in  senso  antisemita della  pubblica opinione,  superflua
               la legislazione limitante i diritti degli ebrei, così  come quella che li  priva-
               va della possibilità di sostentarsi materialmente. Parte del cammino orga-
               nizzativo  necessario  per il  conseguimento  della  politica  di  sterminio era
               di  fatto,  nell'autunno  del  1943, già  stato  percorso.








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