Page 319 - L'Italia in Guerra. Il quinto anno 1944 - L’Italia nella 2ª Guerra Mondiale: aspetti e problemi. (1944-1994)
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               le valigie, i fagotti,  tutti gli averi portati in un settore dove venivano smi-
               state per genere e riciclati:  da una parte gli  indumenti, da un'altra i gio-
               cattoli, gli occhiali, le  scarpe, le  protesi, perfino i capelli tagliati ai  nuovi
               arrivati.
                   Le  persone subivano una affrettata selezione: il  70%  era avviato di-
               rettamente verso la morte tramite camere a gas,  il restante spogliato e ta-
               tuato, introdotto nel campo come manodopera schiava. I corpi degli uccisi
               erano immediatamente cremati sicché non rimaneva di loro traccia alcuna.
                   Il  treno degli  ebrei  romani giunse dunque a Auschwitz la  notte del
               22  ottobre;  qui  rimase  fermo  e  sigillato  fino  all'alba  dél  giorno  dopo.  I
               deportati, dopo un viaggio particolarmente penoso perché tra loro c'era-
               no decine di bambini di tutte le età, tormentati dalla fame, dalla sete, dal-
               la  sporcizia,  dal  puzzo  dei  corpi rimasti  in promiscuità per  5 giorni e  5
               notti, subirono la selezione. I destinati al gas furono ben 839. Alla libera-
               zione,  del  convoglio  di  Roma  non  rimanevano  in  vita  che  l 7  persone.
                   Sulla  posizione della  Chiesa  in  questo frangente  si  è molto discusso
               alimentando  una  copiosa  bibliografia  che  riporta  documenti  e  opinioni
               spesso contrastanti; certo che i documenti ufficiali rimastici fanno pensa-
               re  a  una diplomazia interessata solo  a  non irritare i tedeschi  e costante-
               mente improntata al principio del  non intervento. D'altra parte è giusto
               ricordare che, in contrasto con le posizioni ufficiali della diplomazia vati-
               cana che, in qualche modo, seguì le regole di quella internazionale, ampia
               e generosa fu l'assistenza di singoli ecclesiastici, conventi, alti prelati, ver-
               so  gli  ebrei  braccati,  assistenza  della  quale  il  Pontefice  doveva  essere  al
               corrente.
                   La  notizia del rastrellamento del  16 ottobre giunse immediatamente
               in Vaticano dove il giorno stesso l'ambasciatore tedesco Ernst von W eiz-
               saecker  fu  convocato  dal Segretario  di  Stato  Cardinale  Maglione che gli
               chiese di "voler intervenire in favore  di  quei poveretti"  e gli  comunicò che "è
               d9loroso  oltre ogni dire  che proprio a Roma, sotto gli occhi del  Padre comune siano
              fatte soffrire tante persone unicamente perché appartengono ad una stirpe determina-
               ta ... ''.  W eizsaecker domandò allora  ''che cosa farebbe  la  Santa  Sede se  le  cose
               dovessero  continuare?", la risposta di Maglione fu:  "la Santa Sede non vorrebbe
               essere  messa  nella  necessità  di  dire  la  sua parola  di  disapprovazione''.  Il giorno
               dopo, l'ambasciatore riferì ai suoi superiori nei seguenti termini la temu-
               ta  reazione vaticana  " ... Gli ambienti  a  noi  ostili  si approfittano  dell'accaduto
               per forzare  il Vaticano  ad uscire  dal suo  riserbo.  È noto  che  i  vescovi  delle  città
               francesi  dove  si erano  verificate azioni analoghe hanno preso  nettamente posizione.








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