Page 317 - L'Italia in Guerra. Il quinto anno 1944 - L’Italia nella 2ª Guerra Mondiale: aspetti e problemi. (1944-1994)
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316 LILIA NA PICCIOITO FARGION
Dannecker fu dunque inviato a Roma all'inizio di ottobre del 1943.
Egli però, come è stato detto, non poté contare sulla disponibilità della
polizia tedesca impegnata a fronteggiare una situazione estremamente fluida
e destabilizzata come era quella italiana, ma operò con il suo distaccamento
volante.
Per svolgere il compito affidatogli di organizzare il rastrellamento degli
ebrei della capitale, Dannecker aveva pochi giorni a disposizione, ma ave-
va la possibilità di entrare subito in res.
Munito dunque degli indirizzi degli ebrei romani si chiuse nella sua
camera d'albergo in Via Po e studiò la topografia di Roma per suddivide-
re la città in zone e assegnare omini sufficienti per effettuare il gigantesco
rastrellamento che aveva in animo di condurre.
Le drammatiche traversie degli ebrei romani erano in realtà già ini-
ziate alla fine di settembre quando il comandante della Gestapo locale Her-
bert Kappler aveva convocato per il tardo pomeriggio del 26 settembre
nella sede dell'ambasciata il presidente dell'Unione delle comunità israeli-
tiche italiane, Dante Almansi, e il presidente della comunità ebraica ro-
mana Ugo Foà. La ragione di tale improvviso invito era stata l'imposizione
di una taglia di 50 chili di oro da versare entro 36 ore, pena la deporta-
zione di 200 membri della comunità. Dopo un'affannosa corsa contro il
tempo per raccogliere il prezzo del ricatto, la somma fu consegnata, con
la remota speranza per gli ebrei che nulla di peggio sarebbe accaduto lo-
ro. Invece, proprio il giorno dopo il pagamemo del riscatto, il 29, i tede-
schi irruppero nei locali della comunità portando via carte, schedari e
denaro contante. Il 13 ottobre successivo furono le biblioteche del Colle-
gio rabbinico e della comunità a ricevere la sgradita visita culminata nella
rapina di preziosi libri antichi.
Il 16 ottobre dunque fu scatenato dagli uomini di Dannecker coa-
diuvati da 365 uomini del comando della polizia tedesca a Roma il gran-
de rastrellamento che ebbe nel quartiere ebraico, l'antico ghetto, il suo
epicentro. Era sabato, verso le 5,30 del mattino, ogni accesso alle strade
fu bloccato da autocarri e pattuglie. Distaccamenti di polizia muniti di
fogli con nomi e indirizzi, andavano di casa in casa bussando alle porte,
forzando quelle che non si aprivano repentinamente. La gente, sbigottita,
in camicia da notte, con i bambini spaventati e urlanti riceveva dai militi
un foglio con le istruzioni per il "viaggio". Via via che venivano presi
nelle loro case, gli arrestati erano portati a un centro di raccolta nei pressi
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