Page 315 - L'Italia in Guerra. Il quinto anno 1944 - L’Italia nella 2ª Guerra Mondiale: aspetti e problemi. (1944-1994)
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                    Gli ebrei erano radiati dall'Esercito, dagli albi professionali, dalle ban-
               che,  dalle imprese di interesse pubblico.  I matrimoni con cattolici erano
               proibiti. Tutto ciò avvenne nel quadro di una campagna di stampa diffa-
               matoria e umiliante cui davano man forte ambienti colti e universitari per
               i quali l'antisemitismo divenne una moda, se  non proprio una profonda
               COnVlnZ10ne.
                    La legislazione antiebraica, che non aveva molto da invidiare quanto
               a  durezza  e  puntiglio  a  quella  messa  in  atto  dalla  Germania  nazista,  fu
               accompagnata  da  una  miriade  di  piccole  ordinanze e  circolari  ammini-
               strative che rese difficile e umiliante la  vita quotidiana degli ebrei, come
               quella che proibiva gli annunci funebri sui giornali, l'avere il proprio no-
               me nell'elenco dei telefoni, frequentare luoghi di villeggiatura, lavorare nel
               mondo dello spettacolo, essere ostetrica o infermiere, per non fare che qual-
               che esempio casuale. E, ancora: via dai libri scolastici testi scritti da ebrei,
               via  dalle  strade i  nomi  ebrei, via  dagli  edifici  degli  ospedali  e dagli  asili
               i nomi dei benefattori ebrei, via dai teatri commedie scritte da ebrei, via
               dai  podi  direttori  d'orchestra.
                    Essi vennero anche accuratamente schedati, registrati, contati, da pre-
               fetture, questure, amministrazioni comunali, uffici locali del fascio.  Quanto
               ai  profughi stranieri, furono  sottoposti a decreto di espulsione e quando
               questo si  dimostrò impossibile da realizzare per la chiusura delle vie ma-
               rittime,  il  15  giugno  del  1940  furono  sottomessi  a  provvedimento  di
               internamento  in  appositi  campi  o luoghi  di  prigionia.
                    Insomma,  il  quadro  era  quello  di  una  persecuzione  da  parte  dello
               stato fascista non dissimile a quella operata in Germania prima della svol-
               ta legata alla decisione dell'assassinio di massa (giugno-autunno del1941).
                 Torniamo ora agli  avvenimenti  italiani:  tra  il  15  e il  22  settembre fu
               varato il  nuovo governo con a capo Mussolini. Quanto all'assetto territo-
               riale,  mentre gli  Alleati  sbarcavano  in  Sicilia  il  10 luglio  del  1943 e,  tra
               settembre e ottobre, liberavano le città e i campi d'internamento delle pro-
               vincie meridionali, il resto dell'Italia fu diviso dall'occupante in due zone:
               una di operazione, l'altra occupata. Erano zone di operazione il territorio
               dell'Appennino, le  coste,  i territori delle  Alpi;  il  restante territorio,  retto
               dal governo  nazionale fascista  era considerato occupato sotto tre princi-
               pali  ordini di  autorità:  militare,  politica,  poliziesca.  Le  amministrazioni
               coinvolte  nella  persecuzione antiebraica  furono,  qui  come  dovunque,  la
               politica  di  sicurezza  e  l'ambasciata  tedesca.








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