Page 399 - L'Italia in Guerra. Il quinto anno 1944 - L’Italia nella 2ª Guerra Mondiale: aspetti e problemi. (1944-1994)
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                    I  nostri  soldati  così  impiegati  a  totale  e assoluta  discrezione  altrui,
               dovrebbero ciononostante continuare a conservare lo  stato di prigionieri
               di guerra,  con la  semplice assicurazione che il loro trattamento verrebbe
               migliorato,  soltanto  se  e  quando  le  circostanze  lo  permetteranno.
                    4. Lo stesso articolo I dispone che tutti i prigionieri italiani che non
               saranno disposti ad arruolarsi come volontari, o i cui servizi saranno con-
               siderati come impraticabili o indesiderabili da qualunque dei predetti Go-
               verni,  saranno  soggetti  ad  essere  impiegati  dovunque  e  in  qualunque
               mansione ritenuta conveniente dal governo che li detiene e saranno tratta-
               ti  esattamente  come  lo  erano  prima  dell'armistizio.
                    5.  Benché lo stato di prigionieri di guerra sia comunque mantenuto
               immutato, l'art. 4 dispone che la protezione consentita ai nostri prigionie-
               ri dalla Convenzione di Ginevra del27 luglio  1929, sia dichiarata caduca
               e l'art.  8  fa  altrettanto  per tutte le  disposizioni  della  stessa  Convenzione
               che contrastino col  progetto stesso.  In  sostanza  cioè i  prigionieri  italiani
               perderebbero ogni  protezione loro  consentita  dalle  convenzioni  interna-
               zionali  ed il  R.  Governo  ogni  possibilità di  decisione  o  di  iniziativa  nei
               loro  confronti.
                    6. L'accordo  infine potrà,  secondo l'art.  7, essere  denunziato senza
               preavviso e per quel che la  concerne,  da qualunque Potenza,  salvo  natu-
               ralmente l'Italia; tutti i pagamenti effettuati ai componenti delle forze ita-
               liane  (a  termini  dell'accordo  finanziario  annesso  all'accordo  principale)
               sarebbero a carico del R. Governo: un Maresciallo d'Italia (e tutti gli altri
               in conseguenza) sarebbe retribuito notevolmente meno di un policeman ecc.
                    7. Si  ritiene che la semplice esposizione delle disposizioni dell' accor-
               do fatto più innanzi basta per se stessa a dimostrare le ragioni per le quali
               esso non può costituire neanche una base di discussione. Qualunque Go-
               verno che ritenesse di apporvi la sua firma sarebbe indubbiamente travol-
               to dall'opinione pubblica dell'Italia liberata e cadrebbe automaticamente
               nel più certo discredito da parte degli  italiani del territorio occupato. Es-
               so, d'altra parte, non solo non può costituire incentivo alla collaborazione
               dei prigionieri alla guerra, ciò che dovrebbe essere lo scopo fondamentale
               dell'accordo e il comune fine  da conseguire ma, anzi, le  sue durissime di-
               sposizioni scoraggerebbero ed annullerebbero in modo certo ogni  e qua-
               lunque  proposito  in  quel  senso.
                    8.  Il  R.  Governo  ricorda  che  il  Generale  Gazzera,  nello  scorso  no-
               vembre, ha discusso a Washington con il  Provost Marshal Generai e con








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